(ASI) In politica i consensi sono tutto ed infatti segretari, ministri, deputati e senatori sono sempre attenti a dire la frase o anche solo la parola giusta che possa portare nuovi voti, anche a costo di rimangiarsi cose giurate e spergiurate anche poche ore prima.
Campione in questo senso è sicuramente il leader leghista Matteo Salvini di cui ormai non si riescono più a contare le giravolte fatte, non a caso ha iniziato a fare politica nel fantomatico parlamento padano tra le file dei comunisti ed oggi è punto di riferimento dei sovranisti e di una parte della destra radicale.
In tempi di coronavirus i cambi di idea del Capitano si sono fatti più frequenti e veloci; non appena sono iniziati a diffondersi i primi casi ha iniziato a chiedere al governo Conte II di chiudere tutto quindi si è fatto portavoce di coloro che chiedevano di riaprire. Anche su vaccino e green pass non è riuscito a rimanere fermo sulle proprie posizioni. Non appena si è iniziato a parlare di certificazione verde si è subito detto contrario cercando al contempo consensi tra i No-vax, tempo poche settimane dopo il suo partito ha votato la fiducia al governo Draghi legata al green pass ed ha dichiarato pubblicamente di essersi vaccinato.
Anche su Draghi il leghista sembra avere le idee molto confuse. Oggi, infatti, con la Lega appoggia il premier ed il governo ed è pronto a sostenere l’ex Governatore della Banca d’Italia al Quirinale ma quando questi era il presidente della Banca centrale europea lo definiva un burocrate complice “di chi sta affossando la nostra economia” dedicandogli anche alcuni tweet al veleno.
Clamorosa, e per certi versi ancora incomprensibile a molti, la scelta avvenuta nell’agosto 2019 di far cadere il governo Conte I; nonostante il successo ottenuto alla Europee precedenti, Lega primo partito con oltre il 34% dei voti, e le difficoltà di convivenza con i 5 Stelle, Salvini aveva più volte assicurato: “io ho dato la mia parola e la mia parola vale 5 anni non cinque mesi” sebbene poi i fatti abbiano smentito anche questa affermazione.
Essere al governo sembra essere quasi un tormento per l’ex titolare del Viminale che sembra non ricordare, o quanto meno essersi pentito, di alcuni provvedimenti varati anche grazie a lui. È questo il caso del Reddito di cittadinanza dove la giravolta è stata a 360 gradi. Entrato in vigore durante il primo governo Conte, sostenuto da Lega e M5S, Salvini ne ha successivamente chiesto la cancellazione sostenendo che in alcune zone specie del Sud stava diventando un incentivo al lavoro in nero, a fine agosto aveva anche detto che avrebbe firmato lui stesso l’emendamento alla Legge di bilancio per abolirlo, ma ora la sua Lega e pronta a prorogarlo “a chi non può lavorare: disabili, invalidi, chi ha la moglie, il marito o il figlio a casa da curare 24 ore su 24”. Domenica scorsa l’ennesima retromarcia sostenendo la necessità di tagliare gli sprechi del reddito di cittadinanza e destinarli a due obiettivi: taglio delle tasse sulle bollette di luce e gas, aumento del bonus per genitori separati e divorziati che dopo il Covid non riescono a pagare l'assegno di mantenimento a figli o ex coniugi”
Anche sugli alleati Salvini è solito cambiare idea.
Nel febbraio 2019 l’allora vicepremier giurava e spergiurava di aver chiuso con la vecchia alleanza di centrodestra, sottolineando che la Lega considerava chiusa la stagione politica al fianco di Berlusconi “con cui governiamo nelle Regioni e nei comuni ma finisce lì”, lo scorso agosto però è andato ad incontrare l’ex Cavaliere nella sua residenza sarda per lavorare alla nascita di una Federazione di centrodestra, se non altro leggermente diversa rispetto al passato visto che per il momento vedrebbe solo Forza Italia ed il Carroccio ma non Fratelli d’Italia.
Per carità cambiare opinione è più che lecito e non costituisce certo reato ed un vecchio adagio recita che solo gli stupidi non cambiano mai idea ma Salvini a volte sembra davvero esagerare.
Fabrizio Di Ernesto – Agenzia Stampa Italia