(ASI) Roma - In Piemonte si è riacceso il dibattito sulla legge, approvata dalla Regione nel 2016, che sostanzialmente proibisce il gioco lecito espellendolo dai centri urbani. Quest’anno scadrebbero infatti i cinque anni di deroga previsti dalla stessa normativa.
Oggi, specie con la pandemia, il nostro è un Paese caratterizzato da una crescita economica debole. Non ci si può quindi permettere di ignorare gli enormi vantaggi sia in termini di gettito fiscale che di occupazione che il settore del gioco porta con sé. La progressiva regolamentazione del settore ha comportato una decrescita del fenomeno del gioco sul territorio: dalle oltre 800.000 slot-machine (più o meno irregolari), oggi si è passati a 265.000 macchine legali.
La legalizzazione ha portato benefici anche alle casse dello Stato con un aumento del gettito fiscale pari a circa 5 miliardi negli ultimi anni. Al contrario le conseguenze della proibizione del gioco lecito si caratterizzano per l’incremento del gioco illegale (immediatamente reperibile anche solo attraverso uno smartphone), che diventa l’alternativa più semplice. Sui vantaggi del gioco regolamentato è intervenuto anche il comando provinciale della Guardia di Finanza di Torino già nel 2019, spiegando che con il gioco non regolato e illegale vengono “danneggiati, oltre all’erario, anche il giocatore che non ha alcuna garanzia sulla regolarità del gioco”.
Con i vari lockdown e le chiusure dei punti di gioco regolamentati si è assistito a una crescita esponenziale del gioco online non regolamentato. Nel 2019, una ricerca Eurispes mostrava chiaramente che il distanziometro (misura contenuta nella legge del Piemonte) non è in grado di mitigare la pulsione al gioco dei giocatori problematici e patologici e che, al contrario, “oltre all’inefficacia dello strumento sul fronte socio sanitario, produce un vero e proprio aiuto alla criminalità organizzata”. Tale aspetto è stato evidenziato anche dal Procuratore Nazionale Antimafia dott. Cafiero de Raho, che giustamente ha ricordato come la repressione dovrebbe riguardare l’illegalità e non le libertà individuali.
Tutto ciò premesso, le conseguenze dell’applicazione della normativa del 2016 sarebbero devastanti. Sia per gli operatori che per i giocatori. Quest’ultimi si vedrebbero costretti a rivolgersi al gioco online o a quello irregolare che non sono controllati e che non producono alcun gettito per lo stato. In Piemonte inoltre ci sono 5.200 addetti che operano in questo settore e che rischiano la chiusura. Per tutti questi motivi siamo convintamente al fianco di quei politici che, con coraggio, stanno provando ad eliminare una norma liberticida difendendo, al contempo, la legalità, la salute dei pazienti e l’occupazione. Così in una nota Alessandro Bertoldi Direttore Esecutivo Istituto Milton Friedman Institute.