intervista al generale Giuseppe Esposito a margine della puntata di "Incontri". l'intervista è di Adelia Giordano

Guerra e tensioni geopolitiche internazionali, lo stato dell'arte. Intervista al generale di brigata in congedo Giuseppe Esposito 

(ASI) Ritorna l'ombra della guerra globale e nucleare con le minacce di Putin all'Europa pronto a colpire Kiev e i suoi alleati attraverso la nuova dottrina nucleare, l'intrecciarsi di un legame sempre più stretto tra Russia e Corea del Nord, lo scoppio dell'antica faida fratricida israeliano-palestinese che sta investendo il Libano e tutta la regione del Medioriente e Taiwan in allerta per la continua ingerenza cinese che fa infuriare gli Usa.

L'imperialismo resuscitato e una nuova cortina di ferro che divide il mondo, siamo alle soglie di una terza guerra mondiale? A margine della puntata IV puntata di "Incontri", format del giornalista Rosario Lavorgna, Il generale di brigata in congedo Giuseppe Esposito ci chiarisce i delicati equilibri geopolitici e le tensioni in atto.

La Corea del Nord è scesa ufficialmente in campo al fianco della Russia di Putin . Sono oltre 10mila i soldati coreani inviati in Russia dal dittatore Kim Jong-Un, che ne potrebbe inviare fino a 100mila, oltre a rifornimenti di armi di tutte le tipologie. Cosa ne pensa?

Russia e Corea del Nord  hanno siglato un accordo di reciproca assistenza militare, un patto di difesa. La Corea ha inviato propri soldati in rinforzo a quelli russi che operano a Kursk . I militari nord coreani sono stati fatti entrare in Russia attraverso il porto di Vladivostok, poi trasportati in alcuni centri di addestramento presso città siberiane, lì sono stati forniti di passaporti ed uniformi russe in modo da sembrare abitanti di quelle regioni. La Corea già forniva munizioni di artiglieria ai russi. l'Invio dei soldati è la conferma che questo sodalizio si è tradotto nella pratica. L'impiego dei Nord Coreani è considerato da noi occidentali una escalation del conflitto da parte russa. 

Intanto Biden ha autorizzato Kiev a colpire il suolo russo con i missili a lungo raggio al momento solo la regione russa del Kursk, oltre l'uso delle mine antiuomo. Cosa comporterà questo e quali saranno le conseguenze a gennaio con l'insediamento di Trump?

Mi lasci fare una precisazione. Gli ATACMS (Army Tactical Missile System) non sono missili a lungo raggio, ma a corto raggio (SRBM-Short Range Ballistic Missile).Un missile tattico contro bersagli di superfice con una gittata massima di 300Km. 

Il Presidente Biden ha autorizzato il loro uso per colpire obiettivi russi nell'area di Kursk a seguito dell'invio delle truppe coreane proprio in quella regione. Gli ucraini già usavano gli ATACMS per colpire obiettivi russi nei territori occupati che secondo la retorica di Putin erano già parte della Federazione. Adesso cambia che gli ucraini possono lanciarli sul vero suolo della Federazione. 

Biden è ancora nel pieno del suo mandato, quindi l'autorizzazione avviene nella legittimità delle sue prerogative di Presidente. Questo non credo vada ad influenzare l'azione del prossimo Presidente che secondo me è stato anche informato dell'autorizzazione. 

L'Europa è alla finestra a guardare lo scenario ,che cosa sta aspettando? Ci si prepara a difendersi o si è sempre convinti di avere in testa l'ombrello NATO che questa situazione di incertezza globale ha bucherellato?

Nel 2007 quando fu approvato il "Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea" si trovò un accordo su tutto tranne che sulla difesa comune che non venne inserita nel documento. Con lo scoppio della guerra in Ucraina l'Europa si è destata dal sonno ed è cambiata la percezione della minaccia. Adesso si parla insistentemente di Difesa Comune Europea ed è stata anche introdotta la figura del "Commissario alla Difesa e allo Spazio". Ma molti paesi non credono nella difesa europea e vogliono rafforzare il pilastro europeo della NATO perché vedono nell'ombrello dell'Alleanza con la leadership americana e con le sue armi nucleari l'unico deterrente contro la minaccia russa. Per adesso non vedo una difesa comune europea, è giusto che se ne parli, ma intravedo un rafforzamento del pilastro europeo nella NATO. 

In Italia il capo di stato maggiore dell'Esercito il gen. Masiello sta cercando di dettare una linea sul da farsi, ma a noi mancano le riserve e gli armamenti aggiornati. Cosa dice a tal proposito?

Il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito è intervenuto all'inaugurazione dell'anno accademico e scolastico 2024/2025 degli istituti di formazione dell'Esercito presso la Scuola Ufficiali di Torino. 

È stato chiaro dicendo che la missione dell'Esercito non è né creare né vivere nella burocrazia. L'Esercito è fatto per prepararsi alla guerra. 

La realtà a cui stiamo assistendo ci riporta alla guerra e l'Esercito deve addestrarsi per questo, perché più si è addestrati più si preserva la pace; Si vis pace parabellum. Sulla riserva è intervenuto il Ministro della difesa, ha detto che è fondamentale avere "una riserva operativa come strumento di reclutamento in caso di crisi ed occorre incrementare le dotazioni organiche delle Forze armate per garantire la piena funzionalità dello strumento militare, 'superando' i tagli della legge del 2012". Quindi se da una parte il Capo di Stato Maggiore è responsabile e deve garantire l'addestramento e la preparazione, dall'altra la politica deve essere responsabile nel trovare le risorse oltre che garantire ciò che è necessario.  

 

La politica internazionale ha fallito sulla guerra in generale, come ha fallito l'ONU che mai avrebbe immaginato di trovarsi nuovamente "boots on the ground".

La politica internazionale ha provato in tutti i modi a dissuadere Putin dall'invadere l'Ucraina ma non c'è riuscita. Per ciò che riguarda l'ONU non possiamo che prendere atto della sua impotenza e vetustà perché legata ad equilibri venuti fuori dalla seconda guerra mondiale. Per ora i "boots o the ground" c'è l'hanno gli ucraini ! 

 

Stessa cosa dicasi in Israele dove la guerra contro Hamas prima e gli Hezbollah dopo sta riducendo in cenere non solo Gaza ma tutta l'area del Medioriente.

Il 7 ottobre c'è stato un attacco terroristico senza precedenti nei confronti di Israele sul suo suolo. Lo stato ebraico nel suo diritto ha risposto. Il conflitto si è allargato e sono sette i fronti aperti, di cui uno proprio contro gli Hezbollah. All'interno di Israele ci sono comunque critiche verso il Primo Ministro per come sta procedendo. Questo sta a significare che, anche se con i suoi difetti, in Israele c'è una democrazia. Il Medio Oriente è ormai un poligono. Certo è che l'asse della resistenza islamica, capeggiata dall'Iran, non nasconde l'avversione contro Israele di cui vuole l'annientamento e ne cela la sua avversione contro gli USA che vuole lontano da quell'area.

 

Un ultimo ma doveroso passaggio sull'Indopacifico, altra zona bollente del globo ci si aspetta una nuova Pearl Arbour a Taiwan? 

Il Primo a parlare di Indo-pacifico fu il primo ministro giapponese Shinzo Abe che la definì come "la confluenza dei due mari". Abe comprese la complessità e l'importanza geostrategica della macro area che è fatta di mare, ma anche di terre. Parliamo di 38 paesi, oltre il 65% della popolazione mondiale, circa il 63% del PIL mondiale. Rappresenta il 50% del transito delle merci mondiali via mare. 

Taiwan è la punta di un Iceberg delle tensioni tra USA e Cina, ma ci sono ben altri interessi in gioco. Una nuova Pearl Harbour forse sì ,ma solo commerciale. Nell'area ci sono comunque molti attori ognuno con interessi propri, ma anche comuni che cercano di salvaguardare attraverso alleanze ed accordi politici, commerciali e militari. 

Anche l'Europa ha i suoi interessi e anche la NATO guarda all'indo-pacifico come area geo-strategica. 

 

Adelia Giordano per Agenzia Stampa Italia

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