(ASI) Venezia - Giacomo Casanova e Gabriele d'Annunzio rappresentano per antonomasia due modelli di grandi italiani a cui in determinati ambiti si sono ispirati generazioni di Italiani in tutti i campi.
Se Gabriele d'Annunzio è il Vate degli Italiani, l'ultimo dei grandi principi umanisti del Rinascimento e il primo intellettuale italiano contemporaneo, l'ultimo dei Padri della Patria, Giacomo Casanova è il simbolo del seduttore italiano e mondiale per eccellenza, a tal punto che prende il suo nome qualsiasi seduttore incallito che viene definito un "Casanova".
Le caratteristiche che accomunano i due personaggi sono sicuramente la vita mondana e libertina nei salotti dell' alta nobiltà, quella nobile d'Ancien Régime per Casanova, quella della nobiltà borghese della Belle Époque per d'Annunzio, in cui i due seduttori che hanno però tecnica di conquista diverse, seducono donne delle più alte classi sociali.
Il Casanova sfrutta le sue doti di grande compagnia e di grande oratore nei salotti mondani dell'alta nobiltà italiana ed europea, cercando relazioni fugaci e proibite, sfruttando anche maggiormente la sua bella presenza fisica, mentre il d'Annunzio, cerca maggiormente relazioni durature, in cui si sviluppa un forte legame psicologico e affettivo fra lui e le sue donne che provano per lui un fascino e una devota attrazione che durerà in alcuni casi anni o tutta la vita, come si evince dal nutrito epistolario; questo sia perché le conquiste del poeta abruzzese avvenivano dopo un grande corteggiamento legato al suo spirito volitivo di non arrendersi davanti ad un aspetto fisico meno piacente di quello del Casanova, ma anche al contesto della società contemporanea più aperta di quella d'Ancien Régime a relazioni extraconiugali alla luce del sole, e all'anima estetica che il Vate riprende sicuramente in parte dal Casanova, ma che viene completata e superata dall'anima superomista del poeta - soldato.
Infatti, benché entrambi sono due cultori dell'occultismo e dell'esoterismo che gli permettono di trovare le risorse per superare gli ostacoli della vita e di influenzare il prossimo; due arrampicatori sociali che cercano di scalare posizioni per arrivare ai livelli delle classi più ambienti, e per fare questo si indebitano fino al collo; hanno un diverso modo di intendere la vita e il rapporto col piacere erotico fondamentale in entrambi i personaggi, ha funzioni diverse in Casanova e nel d'Annunzio: per il Veneziano é un modo come sfidare il tempo che passa e che cambia le persone che non si riconoscono ad un certo punto più in loro stessi, ma si adeguano comunque alla situazione del momento; mentre per l'Abruzzese é un modo come vincere la morte e cercare di ergersi al di sopra della società e dei limiti naturali per piegarli il più possibile al carattere e all'ingegno umano e in questo caso alla sua personalità istrionica. Tutto ciò è legato anche alla minore spiritualità e al maggiore progresso tecnico a cavallo fra Ottocento e Novecento rispetto al Settecento.
Infine, bisogna dire che se Giacomo Casanova per tutta la vita rincorrerà il sogno anacronistico di entrare nella nobiltà ormai decadente a causa delle conseguenze della Rivoluzione del 1789 che sconvolgeranno tutta l'Europa, il d'Annunzio riuscirà alla fine a salire ai vertici della scala sociale, in una epoca in cui però, il gusto del bello e per la cultura rinascimentale, e i valori cavallereschi, saranno sacrificati davanti alla fredda realtà della guerra totale e delle ideologie materiali totalitariste.
Una piccola curiosità, sia il Casanova per nascita che il d'Annunzio per scelta, vissero un periodo della propria vita a Venezia. Ma se la Venezia di Casanova era la città degli intrighi, dei sospetti e degli amori impossibili, quella di d'Annunzio era un'opera d'arte testimonianza della sua passata grandezza e il palcoscenico per gli amori più romantici.
Due esempi di piacere erotico e di seduzione quello del Casanova e quello del d'Annunzio, basato in primis su una forte unione mentale con le proprie partner che andava oltre la semplice banalità del conformismo estetico della società attuale che sta mettendo in crisi il maschio italico che infarcito di cultura globalista ed esteriore, non conosce più, o non può usare più quelle armi di seduzione che lo hanno reso famoso ed apprezzato in tutto il mondo.
Cristiano Vignali - Agenzia Stampa Italia