(ASI) Roma. “La nomina a Presidente del Consiglio incaricato del prof. Mario Draghi è un positivo ritorno alle competenze, a cui guardiamo con ottimismo, essendo il presidente Draghi l’italiano di più alto profilo e probabilmente di maggior influenza nel mondo.
La carriera di Draghi parla da sola. L’auspicio da parte nostra non può essere che quello che il Parlamento dia fiducia al Presidente incaricato, affinché un Governo capace possa finalmente intervenire per fronteggiare la grave crisi che stiamo vivendo. Siamo curiosi di conoscere al più presto le strategie e le politiche economiche che il Presidente intenderà porre in essere, poiché pur essendo considerato Draghi un keynesiano, ha dimostrato in più di un’occasione di tenere in considerazione le teorie economiche di Milton Friedman, senza preconcetti. Draghi è un economista laico, mai ideologico, che ha saputo immettere moneta sul mercato quando ce ne è stato bisogno, ha saputo dire no all’austerità e valutare positivamente l’helicopter money. Il Presidente ha più volte parlato dell’eccesso di assistenzialismo promosso dalle politiche economiche dei Governi italiani, della necessità di tagliare gli sprechi e ridurre la pressione fiscale. Sono ottimi presupposti. Infine, Draghi, molto prima di presiedere la BCE, si laureò con una tesi contro la moneta unica europea, proprio al tempo in cui lo stesso Friedman criticò il progetto della moneta unica. L’avvento di Draghi, economista non ideologico, nonostante alcune evidenti divergenze ideali, ci fa guardare con ottimismo al futuro del Paese.”
Così Alessandro Bertoldi, Direttore esecutivo dell’Istituto Milton Friedman, esprime la posizione dell’Istituto italiano ispirato al Premio Nobel americano sulla nomina di Mario Draghi a Premier incaricato.