(ASI) Roma - «Una nuova vittoria legale del Nursing Up: un nuovo straordinario risultato, dopo il recente trionfo alla Cassazione che, a distanza di pochi giorni, lascia un segno indelebile nella battaglia che il sindacato porta avanti da anni per la valorizzazione della professione infermieristica.
Non solo le lotte di piazza, non solo gli scioperi, non solo i flash mob hanno caratterizzato l’anno appena trascorso, in piena emergenza pandemia, accanto alle sfide di ogni giorno nelle corsie degli ospedali, nella lotta quotidiana contro il “nemico”. Le battaglie del Nursing Up, si combattono da tempo, grazie ai nostri pool di avvocati, anche nelle aule dei tribunali».
«Questa volta, ci racconta Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, il “teatro” di quella che si annunciava come l’ennesima ardua sfida da vincere, era la Campania, territorio dove la precarietà degli operatori sanitari è da troppo tempo all’ordine del giorno, nell’ambito di un sistema negli anni vessato dai tagli e dalle scellerate gestioni.
Da troppo tempo in Campania, così come in altre Regioni, il precariato rappresenta una piaga da debellare: da troppo tempo gli operatori sanitari pagano sulla propria pelle le lacune di un sistema che non li valorizza, rispetto ad anni di lavoro costruito su conoscenze, esperienza e qualità umane, al servizio dei pazienti.
Da anni la strenua lotta per la stabilizzazione dei precari rientra negli obiettivi primari del nostro sindacato, continua De Palma. E ora possiamo dire di avercela fatta con questa sentenza “storica” del Tar della Campania.
Abbiamo sostenuto legalmente le richieste di numerosi precari, contro la Asl di Caserta: stiamo parlando di operatori delle cooperative, che da oltre dieci anni si sono visti usati nelle forme più disparate. Abbiamo però toccato il fondo, quando, l’azienda sanitaria locale, di fronte alla legge che evidenziava la necessità di stabilizzare coloro che erano dipendenti presso le asl, ingabbiati appunto in contratti non a tempo indeterminato, escludeva indebitamente da questo privilegio gli operatori sanitari delle cooperative, negando loro la possibilità offerta agli altri colleghi. Considerandoli inopinatamente “professionisti di serie B”.
Una differenza di trattamento inaccettabile, che mina alla base la dignità umana, quando nega il diritto alla stabilità lavorativa.
Ce l’abbiamo fatta! La sentenza del Tar Campania ha dato ragione alla tesi dei nostri legali. Pronunciando un principio sacrosanto: ovvero che non possono esistere differenze di trattamento tra infermieri precari direttamente assunti dalle Asl e quelli che intrattengono con esse rapporti di lavoro indiretti, perchè rientranti nel sistema delle cooperative. Se esiste una legge che impone di stabilizzare gli operatori sanitari attraverso un percorso concorsuale ad essi riservato, questa opportunità va offerta a tutti, allo stesso modo.
In un momento chiave per il futuro della salute degli italiani, in un frangente in cui la qualità dei professionisti sanitari sul campo, può e deve fare la differenza per uscire dall’incubo pandemia che ci affligge da ormai da un anno, la valorizzazione delle professioni sanitarie, partendo da quella infermieristica, diventa un obiettivo primario per offrire ai pazienti, ai cittadini, la solidità di un sistema dove gli infermieri rimangono la colonna portante», conclude De Palma.