(ASI) Abbiamo chiesto per l’ennesima volta al Ministero della Salute di esprimersi sulla pubblicazione del British Medical Journal. La prestigiosa rivista scientifica è intervenuta sui risultati di efficacia dei vaccini.
Secondo Peter Doshi l’efficacia si attesterebbe tra il 19% ed il 29%. Potrebbe esserci molta più complessità, sostiene Doshi, nell'annuncio sull’efficacia del vaccino rispetto a quanto comunicato da Pfizer e Moderna pari al 95%. Il giornalista entra nel merito spiegando che “questi risultati si riferiscono all'endpoint primario degli studi di covid-19 di qualsiasi gravità e, soprattutto, non alla capacità del vaccino di salvare vite umane, né alla capacità di prevenire l'infezione, né all'efficacia in sottogruppi importanti (ad es. Anziani fragili). Quelle rimangono ancora sconosciute, aggiunge inoltre che questi risultati si riferiscono ad periodo temporale relativamente breve e non sappiamo nulla delle prestazioni del vaccino a 3, 6 o 12 mesi. Pertanto non possiamo confrontare questi numeri di efficacia con altri vaccini come quelli antinfluenzali che vengono giudicati su base stagionale. Inoltre, i bambini, gli adolescenti e gli individui immunocompromessi sono stati in gran parte esclusi dagli studi, quindi ci mancano ancora i dati su queste importanti popolazioni.” A differenza di un normale placebo salino, scrive Doshi, gli studi di fase iniziale hanno suggerito che gli eventi avversi sistemici e locali sono comuni in coloro che ricevono il vaccino. In uno studio Pfizer, ad esempio, spiega che più della metà dei partecipanti vaccinati ha sperimentato mal di testa, dolori muscolari e brividi, ma gli studi di fase iniziale erano piccoli, con ampi margini di errore intorno ai dati. Finora sono stati rilasciati pochi dettagli dai grandi studi di fase 3. Il comunicato stampa di Moderna afferma che il 9% ha sperimentato mialgia di grado 3 ed il 10% affaticamento di grado 3. La dichiarazione di Pfizer ha riportato che il 3,8% ha sperimentato stanchezza di grado 3 e il 2% mal di testa di grado 3. Gli eventi avversi di grado 3 sono considerati gravi. In sintesi da quanto si apprende dalle parole di Peter Doshi la necessità di assicurazioni basate sui dati completi è determinante. Conclude Doshi né Moderna né Pfizer hanno rilasciato alcun campione di materiale scritto fornito ai pazienti, quindi non è chiaro quali eventuali istruzioni siano state fornite ai pazienti riguardo all'uso di medicinali per trattare gli effetti collaterali dopo la vaccinazione. Aggiunge che il modulo di consenso informato per il vaccino di Johnson e Johnson fornisce la seguente raccomandazione: “Dopo la somministrazione di Ad26.COV2.S, febbre, dolori muscolari e cefalea sembrano essere più comuni negli adulti più giovani e possono essere gravi. Per questo motivo, ti consigliamo di prendere un riduttore di febbre o un analgesico se i sintomi compaiono dopo aver ricevuto la vaccinazione o su consiglio del medico dello studio.” Conclude il giornalista che potrebbe esserci molta più complessità nell'annuncio "efficace al 95%" di quanto non sembri. Solo la piena trasparenza e il controllo rigoroso dei dati consentiranno un processo decisionale informato, i dati pertanto devono essere resi pubblici. A queste motivazioni si legano le numerose perplessità, nonché il rifiuto di numerosi operatori sanitari, i quali non voglio sottoporsi alla vaccinazione. Aspetto questo pienamente condivisibile da parte della nostra organizzazione politica. Fermo comunque deve rimanere il principio della libera scelta alla vaccinazione da parte di ogni individuo. Lo dichiara il Coordinatore Nazionale dell’Organizzazione Politica Italia nel Cuore (MIC)
Link pubblicazioni del British Medical Journal:
PEC dell’Organizzazione Politica Italia nel Cuore inviata al Ministero della Salute