(ASI) In tempi di crisi, sorge spontaneo domandarsi, che fine abbiano fatto le aziende italiane. Le grandi Società per Azioni, parte integrante del nostro settore produttivo, ma anche talvolta la piccola e media impresa , che si caratterizza per una peculiarità nell’erogazione del prodotto e del marchio, vengono acquisite dai Paesi esteri.

Come, e in quale misura si sta manifestando la svendita totale o parziale del tessuto produttivo di punta italiano? Non è un fenomeno nuovo. Dobbiamo far risalire a decenni fa il marcato accento delle acquisizioni del nostro “patrimonio” aziendale ed industriale da parte delle Holdings (grandi multinazionali estere). La vendita, o svendita a terzi,  è in preoccupante aumento. Molti governi delocalizzano l’impresa , per una convenienza di manodopera e monetaria. In Italia la situazione sta assumendo delle sfaccettature critiche. Vedremo il tutto riportato in una tabella che seguirà l’articolo.

C’è da chiedersi come mai il Made in Italy, sia tanto ambito. Siamo difronte ad una cessione della sovranità? Nelle economie nazionaliste del passato si cercava di preservare e mantenere alto il nome della produzione propria. Ad oggi siamo invece difronte ad una tendenza contraria . Con l’avvento della globalizzazione altri Paesi con forti disponibilità finanziare hanno trovato terreno fertile per poter acquisire anche a “pochi spicci” la gran parte della nostra produzione  qualitativa. Che dietro a questi movimenti ci siano anche dei risvolti politici? Stiamo forse perdendo la nostra autorità governativa ?

Perché se le nostre aziende sono appetibili all’estero il nostro Governo non le tutela?  Quello che appare chiaro è che stiamo mano a mano smantellando il nostro sistema di valori, insito nella fabbricazione di prodotti che ci appartengono. La credibilità del Paese è dunque messa a repentaglio. In questa società dove anche i più pregiati marchi sembrano avere un prezzo , potremmo permettere  le scorribande finanziare e l’intromissione degli altri Paesi? La nostra filiera di prodotti, rappresenta la creazione artistica, dovuta al genio, al lavoro di tanti artigiani, operai, ingegneri che possono far elevare l’Italia a Paese di grande statura. Come mai veniamo “comprati”, e non fermiamo questa onda d’urto che rischia di minare la nostra credibilità produttiva? Viene allegata qui di seguito una tabella aggiornata sulle acquisizioni estere della nostra più alta produzione. I  dati vengono rilasciati da Absoft.

Massimiliano Pezzella – Agenzia Stampa Italia