(ASI) “Il piano Marshall proposto dal Presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen nella sua lettera ad Avvenire è in linea con quanto chiediamo da tempo: una grande strategia di investimenti per rilanciare l’Europa e stare al passo con i grandi attori globali. Ma non basta discutere del cosa istituire: la differenza si giocherà sul come e sul quanto finanziarlo.
Ecco perché, di fronte agli ingiustificabili egoismi di alcuni Stati membri nel Consiglio, ritengo che la Commissione non possa accontentarsi di essere semplice custode dei Trattati, ma piuttosto debba rendersi attivissima promotrice del futuro dell’integrazione europea. ll nostro Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, insieme ad altri leader europei, ha tracciato la via proponendo in primis l’istituzione dei Coronabond o Recovery bond, per sostenere la crescita degli Stati membri, dare liquidità immediata a imprese e famiglie e non lasciare in eredità alle future generazioni il peso del costo di una pandemia di cui siamo tutti vittime. Per un “piano Marshall’ serve poi certamente un bilancio Ue più ambizioso: proprio per questo alcuni Stati membri, proprio gli stessi che oggi si oppongono ai coronabond, devono rinunciare a ingiustificabili privilegi, come i cosiddetti sconti o rebates, e accettare che tale bilancio possa essere impiegato a garanzia dell’emissione di altri bond europei per affrontare le conseguenze economiche della crisi. La Commissione non può e non deve restare neutrale, deve invece unirsi a tutti coloro che oggi combattono questa battaglia per la solidarietà, fondamento della civiltà europea: timidi mezzi passi in avanti come il fondo Sure, basato sempre su un prestito e sulla logica delle condizionalità consegnano al mondo l’immagine di una Europa rallentata, indecisa e dilaniata da interessi elettorali. Ragionare ancora con schemi sconfessati dalla storia non farà altro che alimentare il senso di abbandono e di frustrazione di tanti cittadini europei, con conseguenze facilmente prevedibili: serve leadership e coraggio, serve lo spirito di una famiglia, di una comunità di persone e di valori, e non di un consiglio di revisori contabili” così in una nota Fabio Massimo Castaldo, europarlamentare del Movimento 5 Stelle e vicepresidente del Parlamento europeo.



