Lo dicono Giovanni Musumeci, segretario territoriale della Ugl, Carmelo Urzì e Aurelio Guglielmino, segretari delle federazioni provinciali Sanità e Medici che, negli ultimi giorni, hanno raccolto numerose segnalazioni da parte del personale che opera negli ospedali e nel 118. “Siamo vicini alle donne ed agli uomini della sanità pubblica e privata, ed in queste ore abbiamo raccolto tutti i loro timori. Hanno paura di andare a lavorare perché i materiali protettivi scarseggiano, ma soprattutto hanno paura ad essere contagiati da questo maledetto virus, soprattutto perché vogliono proteggere e tenere fuori da quest’incubo le loro famiglie, ogni volta che tornano a casa. Chi lavora nel settore sanitario, oggi, pur operando con passione, accortezza e scrupolosità, è potenzialmente il primo vettore e non può essere carne da macello da mandare allo sbaraglio – aggiungono Musumeci, Urzì e Guglielmino. Fortunatamente ancora oggi, al netto di alcuni lavoratori contagiati, stiamo tenendo duro rispetto ad altre parti d’Italia in cui il bollettino è più grave di quello di una guerra. Basti pensare solo ai 46 medici, ai numerosi infermieri che non ce l’hanno fatta ed ai 6414 sanitari a vario titolo che hanno contratto il Covid-19. Bene ha fatto di recente il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci a denunciare la scarsa quantità di mascherine, visiere, guanti, camici e materiali vari, chiedendo allo Stato di darsi una mossa nel reperire strumenti urgenti ed indispensabili per la tutela dei lavoratori. E’ gravissimo anche il fatto che la dotazione destinata alla nostra isola sia stata dirottata al nord. Con tutto il rispetto per ciò che sta accadendo da quelle parti, ci siamo sentiti spogliati di ciò che ci spettava per cercare, quantomeno di vivere alla giornata. Noi come Ugl Catania – concludono – ci associamo al grido di dolore del presidente dei siciliani, perché dalla Protezione civile nazionale giungano presto ingenti quantitativi di dispositivi, così da smuovere quello zero lapidario di oggi, e proteggere affinchè chi cura non debba mai più rischiare di diventare il paziente. Infine vogliamo sin da ora esprimere un plauso e ringraziare tutte quelle aziende che si stanno dando da fare, anche gratis, per produrre mascherine e svariato materiale che si sta già consegnando nelle strutture ospedaliere e tra le forze dell’ordine, militari, Vigili del fuoco e volontari.”