(ASI) - Il Tribunale dei ministri di Roma, il 21 novembre scorso ha archiviato le accuse di omissione di atti d’ufficio e abuso d’ufficio nei confronti di Matteo Salvini, e oggi dà ragione all’ex ministro dell’Interno sulla vicenda.
I giudici hanno ritenenuto che la responsabilità di assegnare un porto sicuro alle Ong spetta allo “Stato di primo contatto” che, secondo il Tribunale dei ministri, non può che identificarsi in quello della nave che ha provveduto al salvataggio. Quindi, secondo quanto ritenuto dai giudici, se un’imbarcazione batte bandiera tedesca, è alla Germania che deve rivolgersi per ottenere l’approdo e il relativo sbarco dei migranti soccorsi.
Nel caso della Alan Kurdi invece, il leader della Lega fece scrivere a Piantedosi una direttiva di divieto d’ingresso e transito nelle acque italiane che per i pm “appare in contrasto con più di una disposizione di legge”. Per contestare l’abuso d’ufficio serve però un “dolo intenzionale mirato a provocare danni a terzi”, mentre l’ex ministro aveva altri intenti. Di qui la richiesta di archiviazione in quanto l’illecito di Salvini ci fu, ma senza i reati di omissione o abuso d’ufficio.
Secondo le conclusioni del pm Sergio Colaiocco nel caso Alan Kurdi archiviato, l’Italia aveva l’obbligo di concedere il Pos in forza della Convenzione di Amburgo. A concederlo però non sarebbe dovuto essere il ministero dell’Interno, ma la Guardia costiera che fa invece capo al ministero delle Infrastrutture.
Claudia Piagnani - Agenzia Stampa Italia