(ASI) “Se condotta in modo trasparente, l’assunzione immediata un discreto numero di ‘camici grigi’, cioè medici laureati che hanno superato l’esame di abilitazione, può essere una soluzione percorribile per dare sollievo al SSN ed ai suoi medici più anziani, ridotti di numero per molteplici cause. Con un solo provvedimento si potrà ridurre la disoccupazione medica in un Paese in cui i medici mancano, ma molti sono costretti ad emigrare”.
È quanto dichiara Alessandro Garau, segretario nazionale del sindacato CoAS medici dirigenti, in riferimento alla delibera di assunzione della Regione Veneto di 500 medici provvisti della sola abilitazione professionale, nei pronto soccorso e nei reparti di Medicina e Geriatria.
Il segretario ricorda che in Italia vi è una grave carenza di medici negli ospedali e nei pronto soccorso in particolare. “Gli attuali medici dirigenti – continua Garau – sono al momento del tutto insufficienti a sostenere l’impatto crescente delle richieste degli utenti nei pronto soccorso, nonostante il ricorso da parte delle aziende ad onerose ‘prestazioni aggiuntive’ o altre tecniche di elaborazione degli orari di servizio. I medici dei pronto soccorso e dei reparti di medicina ad indirizzo geriatrico o riabilitativo potrebbero dedicarsi al miglioramento della qualità se fossero aiutati da colleghi giovani per gestire la quantità”.
“Le problematiche sollevate da alcuni critici non tengono conto della predisposizione dei medici anziani e dei direttori a valutare le capacità del neo-assunto ad affrontare le possibili situazioni d'urgenza-emergenza che si verificano in questi luoghi di lavoro. L’avvio al corso di specializzazione della medicina d’emergenza potrebbe successivamente regolarizzare la loro posizione nei confronti delle norme europee,” aggiunge Garau.
“In più, – prosegue il sindacalista – ancora oggi gran parte dei medici in servizio nei pronto soccorso sono in possesso di una specializzazione di area chirurgica o, ancor più, nessuna specializzazione: si tratta di colleghi assunti molto tempo fa, ma che negli anni hanno dimostrato di ben meritare nel lavoro quotidiano. Si può ben fare, quindi, un’eccezione a norme europee per dare lavoro a giovani medici disoccupati o sottoccupati, migliorando la situazione dei circa 15mila ‘camici grigi’ e fornendo preziosi collaboratori ai pronto soccorso e in molti casi nelle degenze”.
“Come medici che lavorano quotidianamente negli ospedali, – conclude Garau – riteniamo che l'immissione di forze fresche negli organici del SSN sia una delle soluzioni non ulteriormente rinviabili per risolvere almeno in parte le difficoltà in cui si dibattono molti ospedali”.
Lo dichiara in una nota l'Ufficio Stampa Coas - Sindacato Medici Dirigenti.