(ASI) Nel panorama edilizio italiano, la costruzione di rifugi antiatomici condominiali rappresenta una nuova e audace frontiera della sicurezza abitativa.
Questi spazi, lontani dall’essere strutture militari, sono progettati per garantire risposte rapide alle necessità della popolazione in caso di emergenze climatiche , sanitarie , energetiche e persino conflitti.
L’idea nasce dall’intuizione dell’eclettico imprenditore veneto Roberto Camerin, che ha riconosciuto la necessità di una maggiore resilienza civile. I suoi rifugi, dice, offrono soluzioni pratiche e innovative, garantendo protezione attraverso sistemi avanzati di filtraggio dell’aria e tecnologie ispirate ai modelli svizzeri. Per conoscere più in dettaglio questio settore l'abbiamo intervistato.
Come funzionano i bunker antiatomici e come fanno a fermare le radiazioni nucleari?
Farei in primis una precisazione: il bunker lo definirei rifugio lo ritengo più appropriato per la funzione che svolge, in quanto non ha una protezione militare, ma trattasi di una struttura che risponde ai bisogni immediati della popolazione (ed in questo caso condominiale ,visto che parliamo di rifugio antiatomico condominiale), in caso di emergenza del tipo: blackout prolungati (vedi Spagna); eventi climatici estremi (alluvioni, nevicate, incendi); emergenze sanitarie; interruzioni della catena di distribuzione (alimentare-energetica); ed anche conflitti o attacchi ibridi (cyber, infrastrutture) e da ultimo offrono una protezione del tipo nucleare filtrando l’aria che entra nel rifugio con l’ausilio di filtri appositamente istallati eliminando il rischio del contagio batteriologico e da radiazioni. La struttura che noi abbiamo progettato non è un rifugio di tipo militare come già detto, ma offre ai proprietari del condominio una soluzione di protezione immediata in linea con il piano di strategia presentata il 25 marzo 2025 dalla Commissione Europea ( EU PREPAREDNESS UNION TRATEGYS). Tengo a precisare che si tratta di una linea guida non obbligatoria che raccomanda ai cittadini un atteggiamento prudente e previdente.
Questa linea che noi come azienda abbiamo anticipato è perfettamente in sintonia con l’indicazione del UE che converge in una nuova cultura di resilienza civile.
In un contesto sempre più segnato da crisi ibride e dalla consapevolezza della fragilità delle catene logistiche globali, l’invito che NOI abbiamo proposto nei condomini non è allarmismo gratuito, ma bensì buonsenso strategico.
Quali sono le principali innovazioni tecnologiche che state applicando ai condomini e alle strutture edilizie, in collaborazione con ENEA?
Noi specialmente in passato abbiamo collaborato con l’ENEA su interventi di ristrutturazione in edifici sottoposti a vincolo e tutela trasformandoli addirittura in edifici strategici ( come ad esempio la ristrutturazione del distretto socio-sanitario di Vittorio Veneto) e a seguire con gli interventi del superbonus 110 ci siamo confrontati sempre con dirigenti di ENEA per l’applicazione obbligatoria negli appartamenti della VMC (ventilazione meccanica controllata ) nonostante non fosse contemplata nel superbonus e di conseguenza a carico degli utenti finali in misura comunque del 50% . Altre tecnologie specifiche condivise sono per esempio lo studio degli edifici attraverso l’ausilio di laser-scanner sia per interventi di restauro e conservazione dei beni facendo quindi un’analisi preliminare dettagliata delle superfici sia per lo studio dell’applicazione di isolanti performanti come la resina fenolica. Precisando che è una collaborazione gratuita per un interesse professionale reciproco. Con ENEA abbiamo partecipato a fiere del restauro di Arles in Francia e Lipsia in Germania sponsorizzando una linea e studio applicata alla Smart City.
Come è nata l'idea di integrare bunker nelle nuove costruzioni e quali vantaggi offre rispetto ai sistemi di protezione tradizionali?
L’idea nasce dalla mia origine, o meglio dall’origine di mia mamma figlia di padre tedesco e madre svizzera, per cui nella mia vita tantissimo è il tempo trascorso in Svizzera, dove il bunker è un obbligo in tutte le costruzioni concesse dal 1955 circa; pertanto, te lo ritrovi in tutte le situazioni tant’è che in Svizzera appunto ci sono circa 400.000 bunker con dieci milioni di posti letto (un milione e cinquecento mila in più dei residenti). Abbiamo vissuto recentemente, anche se indirettamente degli sviluppi di guerra sulla scena internazionale, che andavano intensificandosi sempre più, per cui avendo io una famiglia numerosa con sei figli, ho pensato ad uno scenario possibile e soprattutto prevedibile. Tutto ciò mi ha portato a prendere contatti con la protezione civile e l’ordine degli architetti in Svizzera per capire come potevo integrare il bunker in un condominio in Italia
In che modo il modello svizzero ha influenzato il suo progetto e quali aspetti ha ritenuto più rilevanti per l'adattamento alla realtà italiana?
La realtà italiana non prevede norme e\o regolamenti per la costruzione di rifugi antiatomici per cui io ed i miei tecnici ci siamo basati sella normativa elvetica, la quale è molto esaustiva e precisa e da un punto di vista sismico, ovviamente supera di gran lunga la nostra. L’ultimo aggiornamento della normativa Svizzera sui bunker risale al 2017 per cui molto attuale.
A precisazione vorrei dire che il governo elvetico ha recentemente stanziato un centinaio di milioni di franchi per restaurare rinnovare i bunker presenti sul territorio.
Quali sono i principali ostacoli normativi o burocratici che si incontrano nella costruzione di bunker in Italia? In Italia non esistono normative a riguardo ed un rifugio dovrebbe essere accatastato come cantina il che stride un pochettino con le linee della EU uscite il 25 marzo 2025 oltre a non avere un controllo di carattere sismico prodotto da un ente di eccellenza come ENEA se non la normativa Svizzera, in più mi sentirei di aggiungere che questi manufatti dovrebbero essere incentivati con delle agevolazioni come quelle che riguardano l’efficienza energetica perché sempre di efficienza si parla.
Quali strategie consiglierebbe per sensibilizzare i cittadini e le istituzioni sull'importanza della resilienza civile e dell'autosufficienza in situazioni di crisi?
Secondo me il nostro governo visto che ha già recepito le indicazioni della commissione europea dovrebbe, con molto tatto preparare la popolazione ad accettare questa nuova condizione di società civile agevolando appunto con incentivi la strutturazione del nostro Paese studiando un modello di difesa civile capillare sul modello Svizzero e Scandinavo, altrimenti il nostro tessuto civile commerciale finanziario nei prossimi anni risentirà e pagherà in tutti i settori lo scompenso con altri Paesi che non hanno tralasciato questo argomento
Come immagina il futuro dell’edilizia in relazione ai nuovi scenari geopolitici?
L’edilizia sarà in un futuro e neanche tanto futuro e avrà dei parametri per la costruzione di abitazioni e/o qualsiasi edificio differenti anni luce da quelli che eravamo abituati fino a cinque dieci anni fa. Ecco l’importanza di enti come Enea che testa e accompagna con tutte le aziende che si prestano a produrre e studiare nuovi materiali e tecnologie di costruzione.
Il Nostro edificio che ci accingiamo a costruire a Vittorio Veneto (circa 70 km da Venezia) è una piccola prova, (tratta di una palazzina con sei unità immobiliari) ma interessante su tutti gli aspetti e non da ultimo l’approccio che gli acquirenti hanno con questa novità. Staremo a vedere cosa ci riserverà ancora questo mondo complesso che sembra uscito all’improvviso da una sfera in cui eravamo abituati alla vita serena e non ci sfiorava nemmeno la preoccupazione che potesse essere messa in discussione la nostra sicurezza e quella delle nostre famiglie.
Laurent De Bai per Agenzia Stampa Italia