(ASI) - I prossimi 8 e 9 giugno gli italiani sono chiamati a esprimere il loro parere su cinque referendum abrogativi, in materia di disciplina del lavoro e di cittadinanza. I seggi saranno aperti a partire dalle ore 7:00 di domenica 8 fino alle 23:00, e lunedì 9 giugno dalle ore 7:00 fino alle 15:00.
Per votare è necessario presentarsi al proprio seggio elettorale muniti di documento di identità in corso di validità e tessera elettorale. Tematiche piuttosto tecniche quelle dei primi quattro quesiti, che andranno ad affrontare gli aventi diritto al voto, promossi dalla CGIL con una campagna molto intensa che ha raccolto oltre 4 milioni di firme. I primi quattro temi infatti, saranno principalmente legati a questioni lavorative, che intendono abrogare alcune norme introdotte dal Governo Renzi tra il 2015 e il 2016 con il cosiddetto Jobs Act adottato per riformare il mercato del lavoro. L’ultimo dei quesiti riguarda il tema della cittadinanza italiana, ed è stato voluto dalla politica e in particolare dai partiti della sinistra +Europa, Partito Socialista Italiano, Radicali italiani e Rifondazione Comunista, oltre che da numerose associazioni civiche con una raccolta firme di circa 637.000 firme.
Referendum 2025: i 5 quesiti
In particolare il primo referendum chiede di esprimersi sull’abrogazione del contratto di lavoro a tutele crescenti e la disciplina dei licenziamenti illegittimi, in quanto limita il reintegro nel posto di lavoro nei casi di licenziamenti ingiustificati, sostituendolo invece un indennizzo economico: un “sì” ripristina la possibilità di reintegro nel posto di lavoro, per i dipendenti licenziati senza giusta causa. Il secondo referendum vuole un’abrogazione parziale, sulla tematica delle piccole imprese e i licenziamenti e relativa indennità, che mira a rimuovere il tetto massimo di sei mensilità di indennizzo, nei casi di licenziamento illegittimo in aziende con meno di 15 dipendenti: un “sì” permetterebbe ai giudici di determinare liberamente l’entità dell’indennizzo, senza limite predeterminati. Il terzo referendum pone un’abrogazione parziale delle norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi, con l’intento di ridurre il precariato: un “sì” infatti limiterebbe l’uso dei contratti a termine senza la possibilità di prolungamento senza motivazioni concrete, favorendo l’occupazione stabile. Il quarto referendum chiede l’abrogazione dell’esclusione della responsabilità solidale del committente, dell'appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore: un “sì” riporterebbe il committente a essere corresponsabile per gli incidenti sul lavoro. L’intento è quello di incentivare maggiore attenzione alla sicurezza. Il quinto referendum chiede di esprimersi sulla riduzione dei termini di residenza legale per ottenere la cittadinanza italiana, passando da 10 a 5 anni: un “sì” permetterebbe a tutti gli stranieri residenti da almeno 5 anni in Italia, di accelerare il processo di naturalizzazione e conseguente acquisizione di diritti politici e civili.
Carlo Armanni - Agenzia Stampa Italia



