Accordo ex-Fcu – Rfi. Nuovi treni, tempi ridotti e i Freccia. Inizia l’età dell’oro per le ferrovie umbre?

3dd01779ea65d34e44eddf8d85749b35(ASI) Una nuova era potrebbe iniziare per i trasporti regionali umbri. La firma di lunedì scorso dello storico accordo tra Rfi e Umbria Mobilità ha infatti aperto le porte ad un nuovo precedente, tanto a livello regionale quanto a livello nazionale.

Ciò che fino a poco tempo fa sembrava incredibile potrebbe concretizzarsi nel giro di pochi anni: la ex- Fcu, da ferrovia in rovina, ad asse strategico dei trasporti regionali e nazionali.

L’accordo: la ferrovia da ricostruire

Chi conosce bene la realtà della ex – Fcu sa che usare la frase “ferrovia in rovina” è tutt’altro che azzardato visto lo stato attuale dell’infrastruttura. Intere tratte interrotte, limitazione di velocità massima a 50 km/h e treni vetusti e privi di manutenzione ordinaria sono stati i tratti distintivi della ex Ferrovia Centrale Umbra negli ultimi anni. Ebbene l’accordo stipulato tra Rfi (Rete Ferroviaria Italiana) e la Regione Umbria, potrebbe portare nel giro di 36 mesi alla riqualificazione completa di tutti i 153km della linea che va da Sansepolcro a Terni e della diramazione per Perugia Sant’Anna. Cosa significa? Significa che la regione metterà a disposizione di Rfi 51 dei 63 milioni di euro stanziati dal Cipe il mese scorso. Dal canto suo Rfi dovrà provvedere ad un progetto di recupero integrale della ferrovia. Si tratta della prima storica applicazione del decreto legge varato le scorso 24 aprile che consente alle regioni, ai gestori delle reti regionali e ad Rfi di stipulare contratti di lavoro per il recupero, la valorizzazione e d il potenziamento delle ormai ex ferrovie regionali. Oltre alla necessaria manutenzione dei binari, degli impianti semaforici e della linea aerea di alimentazione, e delle relative sottostazioni elettriche, si prevede anche l’adeguamento degli standard qualitativi degli impianti, siano essi fabbricati ad uso dei passeggeri, o infrastrutture ferroviarie. Altro punto fortemente voluto ed enfatizzato, l’attenzione alla sicurezza. Del resto, durante la firma dell’accordo il ministro delle infrastrutture Graziano Delrio non ha fatto mistero che il suddetto tema ha risvegliato l’attenzione del governo fin dal tragico incidente avvenuto in Puglia nel 2016.

Programmi e costi: una nuova ferrovia in 3 anni

Lo storico accordo promette nel giro di 36 mesi la totale ricostruzione della ex-Fcu. Questo il termine per adeguare la ex-Fcu ai più recenti standard nazionali ed europei. I lavori saranno suddivisi in 5 cinque grandi gruppi che saranno impostati in ordine di priorità partendo dalle tratte attualmente chiuse all’esercizio. Si inizierà con i 24 km tra Città di Castello e Umbertide, oggi chiusi, per un costo di 18,2 milioni di euro e per il quale serviranno 8 mesi divisi in 4 mesi per la preparazione del cantiere e altrettanti per l’esecuzione dei lavori. Seguiranno poi il rinnovo della sede ferroviaria e dell’armamento (ossi del binario) dei 4 km che separano Ponte Felcino da Ponte San Giovanni. Saranno necessari 2 mesi e 2,8 milioni di euro per questo tratto. Il terzo cantiere sarà quello che prevederà la risistemazione del binario per complessivi 1,5 km tra Paciano e Marsciano per cui serviranno 1 milione di euro e un mese e mezzo di lavori. Proseguendo sarà la volta della tratta da Todi a Massa Martana che vedrà l’adeguamento della sede ferroviaria e del binario, e la sistemazione della frana di Rosceto. Per quest’ultimo intervento si renderanno necessari 12 milioni di euro e non meno di 36 mesi. Infine, l’ultimo gruppo di lavori prevederà la totale revisione di tutta la ex-Fcu per complessivi 153 km da Sansepolcro a Terni e 17 milioni di euro onde poter definitivamente procedere all’adeguamento secondo gli standard nazionali ed europei. Infine i restanti 11 milioni di euro, dovrebbero (il condizionale è d’obbligo dato che non si è esplicitamente discusso il tema durante la firma degli accordi) essere destinati alla ricostruzione e d al raddoppio della tratta da Perugia Sant’Anna a Ponte San Giovanni. Al momento sembrerebbe che tale opera venga trattata presumibilmente come opera scorporata dal gruppo di lavoro principale.

Nuovi treni, integrazione e Frecce: cosa cambia per i passeggeri?

Data l’entità dei lavori, e il fatto che essi sono spalmati in un periodo non inferiore ai 36 mesi, per i passeggeri poco o niente cambierà nel breve periodo in quanto non si vedranno risultati tangibili sul servizio prima del prossimo anno come minimo. Ciò nonostante, è evidente che una simile rinascita non può certo restare fine a se stessa. L’obbiettivo dichiarato tanto di Rfi, quanto dell’AD di Trenitalia Mazzoncini, così come quello dei vertici di Umbria Mobilità e della presidente della regione, Catiuscia Marini, sono il raggiungimento della cosiddetta integrazione interoperabile alla rete nazionale. Significa cioè che a lavori ultimati i treni di Trenitalia potranno percorrere i binari della ex-Fcu. Questo per i passeggeri rappresenterà un netto passo in avanti in termini di confort, servizi offerti, qualità degli stessi, ma soprattutto sarà l’offerta ad aumentare. Ma non è tutto. Al termine dei lavori di adeguamento la ferrovia che va da Perugia a Terni via Todi – Marsciano sarà più veloce della tratta Perugia – Terni via Foligno. I tecnici Rfi hanno infatti prospettato una riduzione dei tempi di percorrenza di 20 minuti nei collegamenti tra Perugia, Terni e Roma utilizzando la rinata ex-Fcu. Il motivo è che la direttrice su Todi è più breve di quella su Foligno. Quindi ammettendo un adeguamento dell’infrastruttura è possibile ridurre i tempi di percorrenza. Inoltre il basso numero di centri importanti attraversati consentirebbe, virtualmente, anche l’introduzione di servizi diretti senza scalo tra Perugia, Terni e Roma espletati da regionali veloci sul modello di quanto già avviene nei collegamenti tra altre città italiane. Tale possibilità non è stata apertamente vagliata dall’AD di Trenitalia Mazzoncini, che però si è spinto ben oltre lanciando la possibilità di vedere, in un prossimo futuro, la linea impegnata da treni Freccia per collegamenti rapidi sulle relazioni Roma – Perugia e Perugia – Ancona.

Prospettive critiche

L’accordo tra Rfi e regione pone le basi per quello che promette di essere il più grande rilancio del trasporto regionale della storia umbra da 80 anni a questa parte. Sicuramente la frase dell’AD di Trenitalia Mazzoncini “si vedranno cose mai viste” è tutt’altro che esagerata per descrivere un simile progetto. Da anni infatti esponenti della politica, ma soprattutto le associazioni dei viaggiatori, dei consumatori e dei territori locali, invocavano la rinascita della ferrovia. Nessuno si sarebbe certamente aspettato una rinascita in grande stile come quella promessa da qui a 36 mesi. Sta di fatto però che tra il dire ed il fare “c’è di mezzo il mare”.

Altre volte la regione e lo stato avevano stanziato fondi per opere di rilancio mai concretizzatesi. Al contrario, come detto dallo stesso Mazzoncini, “la ex-Fcu versava in uno stato di profondo e continuo degrado ”. Molti cittadini umbri, e la stragrande maggioranza delle associazioni, seppur si siano mostrati entusiasti per il suddetto storico accordo con Rfi, si sono però uniti nell’affermare che adesso si aspettano i fatti. La questione dei Freccia via ex- Fcu, sollevata da Mazzoncini, al momento pare più uno slogan che non un concreto progetto. D’altro canto lo stesso Mazzoncini ha rilanciato la possibilità dell’arretramento del Freccia Rossa da Arezzo a Perugia. Tale idea era stata precedentemente rifiutata dalla stessa Trenitalia in una lettera al comune di Perugia, in quanto la fascia oraria (partenza alle 5:30 del mattino) era stata giudicata poco redditizia. Altra problematica, sollevata dai consiglieri regionali Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari, del M5S, il fatto che lo status dei fondi per la Sant’Anna – Ponte San Giovanni, stanziati precedentemente ai 63 milioni di euro ottenuti dal Cipe, sia poco chiaro. In particolare i due consiglieri hanno contestato a Trenitalia ed Rfi il fatto di aver preferito “soprassedere sulla questione evitando di far domande”. Gli stessi consiglieri hanno poi bocciato la possibilità di treni Freccia lungo la ex-Fcu bollandola come “sogno impossibile perché neanche nel 2100 l’infrastruttura sarà adeguata per la loro circolazione”. Proprio riguardo al Freccia Mazzoncini ha dichiarato che, in ogni caso, seppur trattasi di un treno a bigliettazione, la regione Umbria dovrà “metterci qualcosa” se veramente lo vuole. Dal canto suo la regione Umbria, e la sua presidente, Catiuscia Marini, si sono detti “a disposizione” tanto per gli investimenti sul Freccia, quanto per quelli sui servizi della ex-Fcu. Nell’accordo è stata infatti inclusa una clausola che prevede “lo stanziamento di eventuali fondi ad Hoc”. Tale clausola pare più che necessaria dal momento che dei 63 milioni di euro stanziati dal Cipe, 51 andranno alle infrastrutture della ex-Fcu ed i restanti 12 milioni sono destinati alla manutenzione e riqualificazione del materiale rotabile (dei treni). Chiaro dunque che per aumentare l’offerta onde valorizzare quella che sarà la nuova linea ferroviaria Sansepolcro – Terni, senza ridurla sulle altre linee regionali, si renderanno necessari nuovi fondi per l’acquisto di nuovi treni.

Di fatto non si può non ricordare che la vera ragione d’essere delle ferrovie umbre, e della ex-Fcu in particolare, è quella di poter servire ad un adeguato servizio metropolitano. Tale prospettiva, caldeggiata da anni, ha sempre però finito con l’essere vittima della preferenza accordata ai trasporti su gomma e di progetti come il Minimetrò. Adesso l’AD di Trenitalia Mazzoncini ha chiaramente detto che la volontà di Trenitalia è di giungere proprio alla creazione della metropolitana di superficie coinvolgendo non solo le linee della ex-Fcu, ma anche le altre linee afferenti i nodi di Perugia e Terni. “La nostra speranza è che i servizi crescano in qualità e quantità ma noi facciamo i servizi che la regione e gli enti locali ci commissionano”- ha precisato Mazzoncini. Purtroppo storicamente, da 5 anni a questa parte, l’Umbria è una di quelle regioni che investe poco nel vettore ferroviario. I 3,96 milioni di fondi accessori annui investiti sono un inezia se paragonati agli 11,8 della Toscana o ai 6,76 dell’Emilia Romagna. Anzi, quanto investito dalla regione Umbria risulta essere inferiore rispetto anche ad alcune regioni del meridione come la Campania (6 milioni), e vicino ai dati di regioni meridionali in forte crisi quali la Calabria e la Sicilia.

Ai problemi di cui sopra si aggiungono anche quelli di ordine politico e campanilistico. La nuova Perugia – Roma via Todi - Marsciano non piace ai territori di Foligno e Spoleto. Soprattutto Foligno, storicamente il centro ferroviario più importante dell’Umbria, potrebbe non gradire il fatto di veder ridurre la propria importanza ed il proprio peso nei collegamenti da e per Perugia. Tale situazione si è concretizzata in una certo timore da parte dei rappresentanti regionali ad enfatizzare la possibilità di un collegamento veloce Roma –Perugia via Todi – Marsciano.

Nel complesso si può riassumere la bontà del recente accordo tra Rfi e regione Umbria nella dichiarazione rilasciata da Enzo Benda per Confconsumatori Umbria. “Come associazione Confconsumatori Umbria, ma anche a nome della segreteria nazionale, siamo soddisfatti dell’accordo di programma sottoscritto. Il presente accordo pone le basi per il futuro inserimento di nuovi e più rapidi servizi tanto nell’ambito della ex-Fcu, quanto delle altre ferrovie esistenti” – ha fatto sapere Enzo Benda.

Dunque le basi sono state poste. Le possibilità che si prospettano sono sicuramente interessanti. Servizio metropolitano regionale per Perugia e Terni. 3 Freccia per collegare Perugia con Milano, Roma e Ancona. 20 minuti in meno per regionali nei collegamenti Perugia – Terni – Roma. Come non pensare che tutto questo potrebbe portare implicitamente alla possibilità, per quanto remota, di veder realizzato il tanto caldeggiato “sfondamento” in Toscana da Sansepolcro ad Arezzo? Del resto Mazzoncini ha parlato chiaramente di ex-Fcu come “infrastruttura strategica a livello nazionale e possibile via ferroviaria alternativa a quelle attuali”. Ma prima di sognare è necessario concentrarsi sul concreto. Serve cioè un adeguato piano industriale quinquennale. Attualmente manca ancora il crono programma del definitivo passaggio di consegne della ex-Fcu ad Rfi. Altrettanto importante sarà la pianificazione e lo stanziamento di fondi da parte della regione Umbria per aumentare qualitativamente e quantitativamente l’offerta ferroviaria. Dato che la volontà è quella di aprire una nuova era del trasporto su ferro in Umbria, bisognerà anzitutto ricordare il semplice principio per cui una ferrovia è utile solo se percorsa da un adeguato numero di treni che, oltre a poter intercettare la domanda, siano pianificati in modo tale da alimentare essi stessi la domanda.

Alexandru Rares Cenusa – Agenzia Stampa Italia

 

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