Grillo: "Per il Movimento Cinque Stelle un risultato storico, pronti per il ballottaggio"
(ASI) Roma - In parte è andata come si pensava. Virginia Raggi, la candidata del Movimento Cinque Stelle sarebbe stata la favorita ed è probabile possa diventare il primo sindaco donna a Roma. "Gli elettori hanno risposto agli sfasci che hanno generato i governi di centrodestra e centrosinistra in questa città, abbiamo la capacità e la forza per governare la capitale." Ha detto il candidato sindaco del M5S, poco dopo le fanno eco Beppe Grillo, "Siamo la prima forza politica a Roma e Torino." e Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera, "Gli Italiani ci hanno riconosciuto la capacità di governare, già in altre realtà, come a Roma in futuro."
Ora per Virginia Raggi ci sarà solo il ballottaggio con Roberto Giachetti il prossimo 19 giugno, dove partirà da favorita con un vantaggio di 13 punti percentuali, 36% contro il 23.
Sorprendentemente Roma è stata una delle isole più felici (57,19%) dal punto di vista di un'affluenza che complessivamente ha registrato una perdita di 5 punti percentuali, dal 67,42% al 62,14%, segnando un affievolimento della passione per i Comuni, in genere caratterizzati da elezioni più partecipate rispetto alle omologhe nazionali.
Giorgia Meloni al 21,2% e Alfio Marchini al 9,8% sono segno invece di un centrodestra che fatica a resuscitare, soprattutto dalla parte della sponda di Berlusconi e Forza Italia.
Le quattro grandi città vano quindi al ballottaggio. Dopo Roma, Stefano Parisi per il centrodestra e Giuseppe Sala per il centrosinistra si sfideranno per la conquista di Milano, a Napoli Luigi De Magistris è in vantaggio su Gianni Lettieri mentre la candidata PD Valeria Valente non arriva nemmeno al secondo turno, sconfitta evidenziata con desolazione dallo stesso Presidente del Consiglio Matteo Renzi, a Torino Piero Fassino è in vantaggio netto sulla candidata del M5S Chiara Appendino. Solo a Cagliari Massimo Zedda, candidato Sel, ha vinto di netto al primo turno senza alcuna necessità di un secondo.
Circa un elettore su tre quindi non ha votato, l'Italia si attesta come un sistema politico ormai tripolare, livello nazionale e realtà locali si affermano come un unico mondo elettorale integrato, dove i risultati provinciali e comunali possono riflettersi a livello nazionale e viceversa.
Prendendo in esame il voto a Roma quindi, emblematico nel caso di voler realizzare una prospettiva generale, la sfiducia nella politica rimane e permane in ogni realtà, ma in capitale, senza nulla togliere al miracolo di Roberto Giachetti, partito in estremo svantaggio dopo la parentesi Ignazio Marino e mafia capitale, se il centrodestra non ha guadagnato alcun punto di credibilità, la scelta è ricaduta tra M5S e astensionismo.
Esperienze negative a destra e sinistra hanno spinto gli elettori a cercare un'alternativa, ma sicuramente la parola più ambita è responsabilità.
Spazio ai ballottaggi ma sicuramente, dovesse confermarsi effettivamente Virginia Raggi come sindaco a Roma, questa sarebbe la più grande delle sfide per il M5S. Una grande occasione per fare bene e poi riflettersi positivamente alle legislative del 2018, un grande rischio di perdere tutta la fiducia finora concessagli, si veda per esempio il caso Pizzarotti a Parma.
In particolare per le città italiane rimane il tanto, tantissimo lavoro a fare e gli arretrati da recuperare, sebbene tutto si rifletta sulla politica nazionale con i commenti a caldo di Renzi, Salvini e Berlusconi, e la ventilata impasse di un Partito Democratico che dove è riuscito a vincere non è stato certo per merito di candidati di corrente renziana.
Ad ogni modo i Comuni sono in affanno da ogni punto di vista, economico come sociale, e Roma ne è il caso principe. Indipendentemente dai risultati dei ballottaggi tanto dovrà essere fatto. O il rilancio, o un nuovo scossone da parte dell'astensionismo, partito ombra sempre più caratteristico della politica del bel Paese.
Lorenzo Nicolao - Agenzia Stampa Italia