(ASI) Ad una settimana dall’accordo stipulato tra le Rsu e il management Nestlè, circa le sorti future dello stabilimento 'Perugina' di San Sisto, non si placano le polemiche da parte di una cerchia politica che non accetta di buon grado il piano di rilancio industriale della multinazionale svizzera.
In seguito ad un'interrogazione parlamentare indirizzata al Ministero dello sviluppo economico, in cui è stato chiesto di convocare un tavolo di confronto alla presenza del Gruppo stesso e delle rappresentanze sindacali sia nazionali che territoriali, il Governo si è affrettato esclusivamente a ribadire l’importanza delle produzioni italiane per la multinazionale e ha confermato l’azienda di San Sisto come uno dei poli produttivi di eccellenza del cioccolato all’interno del Gruppo Nestlè. In merito all’occupazione, solo contratti di solidarietà biennali con scadenza prevista per il 31 agosto 2016, con una riduzione media dell’orario di lavoro, nei confronti di 861 dipendenti del sito. Risposta che non è piaciuta al M5S, provocando il disappunto del capogruppo in Commissione lavoro Tiziana Ciprini. “Si tratta solo di un ‘contentino’ da parte del Mise, che si è affrettato a ribadire che verrà monitorato l’andamento delle produzioni della multinazionale in Italia, verificando ogni possibile soluzione affinché questa importante realtà possa continuare ad operare nel territorio umbro. Abbiamo chiesto al Governo, con precedenti interventi parlamentari, un provvedimento serio affinché Nestlè rendesse garanzie sul versante occupazionale, ma nulla è stato fatto di concreto per evitare che lo stabilimento venisse ridotto unicamente a fabbrica del cioccolato, anziché provvedere ad un significativo rilancio del polo dolciario. Dopo il 2018 – conclude Ciprini – per i dipendenti della 'Perugina', non vi è alcuna certezza”.