(ASI) Roma - “Tra le ‘perle’ del modello aziendale che governo e partiti stanno producendo con la Legge 107, finalizzato a formare studenti-consumatori piuttosto che cittadini, se ne aggiunge un'altra. Protagonisti Miur ed Eni, che sottoscrivono un protocollo pieno di belle parole il quale, nei fatti, si traduce in propaganda dell'Eni nelle scuole. L'Ente, infatti, realizza una campagna sull'energia rivolta agli studenti nella quale riporta soltanto alcuni degli aspetti legati a questo settore, omettendone o 'ammorbidendone' altri come l'aggressione all'ecosistema, l'inquinamento ambientale, i pericoli legati al nucleare e i rischi derivanti da trivellazioni o tecniche di ricerca dannose, come l'airgun. Una vicenda rispetto alla quale vogliamo fare chiarezza, anche perché in quel protocollo siglato da ministero ed Eni nel 2010 il Miur assicurava che avrebbe svolto una funzione di controllo rispetto alla campagna promossa dal colosso dell'energia. Di tale controllo, però, non c'è traccia”.
lLo affermano in una nota il Movimento 5 Stelle che, per chiarire la vicendai deputati delle commissioni Cultura e Ambiente, hanno presentato alla Camera un'interrogazione a prima firma Maria Marzana.
“E per fortuna che nel protocollo è scritto che questo sarebbe finalizzato a diffondere ‘tra le giovani generazioni di studenti la cultura dell’efficienza energetica, la sensibilizzazione all’uso consapevole e rispettoso delle fonti diapprovvigionamento, la vocazione allo studio delle discipline scientifiche’. Per farsi un'idea di quale sia in realtà il messaggio parziale che viene lanciato, basta farsi un giro sul portale dell'Eni dedicato alla promozione di progetti didattici attraverso testi, video, fotografie e filmati.
Non bastasse, ai contenuti'a senso unico' si aggiungono le iniziative realizzate con gli studenti nell'ambito della campagna. A tal proposito, segnaliamo il caso del progetto 'Chemical Minds': quello che dovrebbe essere uno spazio per l’attività curriculare di alternanza scuola-lavoro, viene in realtà utilizzato come momento di 'scouting' nel corso del quale studenti sono funzionali a promuovere l'immagine di Eni.
L'autonomia scolastica diRenzi e Giannini significa una cosa: che il ministero indirizza vagamente e basta, ma non controlla. Se ne lava le mani, insomma. Per questo chiediamo a Stefania Giannini quale posizione il Ministro intendaassumere rispetto a iniziative simili al progetto 'Chemical Minds', se intenda fermare quelle iniziative che dovessero rivelassersi fuorvianti o parzialmente informative e di fornire l’elenco degli Istituti scolastici che hanno aderito al Piano previsto nel protocollo tra Miur ed Eni”.