(ASI) In un comunicato del Pd, in cui vengono commentati i dati agghiaccianti ella relazione annuale della Direzione Nazionale Antimafia, si apprende che a Milano l’80% delle attività criminali è riconducibile alla ‘ndrangheta.
Nella regione, le ‘ndrine hanno ben 500 affiliati e un giro d’affari di 44 miliardi annui di fatturato “pulito”. L’area di Milano e il suo hinterland sono tra le maggiormente coinvolte anche in relazione alle gare d’appalto in vista dell’Expo 2015
“È uno scenario che fa rabbrividire. – afferma Patrizia Toia - La politica per lungo tempo ha sottovalutato a lungo questo fenomeno. Le regioni del Nord, in qualche modo, si sono sempre sentite immuni dal fenomeno mafioso, come se fosse una cosa che non le riguardasse e, anche per questo, il mondo politico non è si è mai preoccupato troppo di approfondire la questione.
Solo di recente, magari in seguito a clamorose notizie comparse sui giornali o ad indagati eccellenti, si è cominciato a riflettere sul problema e ad uscire con della pubbliche iniziative. Il Partito Democratico ne ha organizzate diverse a Milano, anche con la presenza di personaggi di spicco, ma anche in altri comuni dell’hinterland come Desio o Legnano, dove le iniziative che sono state messe in piedi hanno visto come capofila la Parrocchia”.
“Quello della criminalità organizzata al Nord è un fenomeno ancora poco chiaro alla maggior parte delle persone e per questo è importante parlarne e sensibilizzare i cittadini, in modo che siano poi in grado di difendersi e di prendere le distanze dalla rete criminale”, ricorda ancora Toia, sottolineando che “in Lombardia, infatti, è cambiata la modalità di penetrazione della ‘ndrangheta: si è infiltrata attraverso il tessuto connettivo economico, andando a controllare sempre maggiori segmenti produttivi legali, con il concorso di pezzi dell’imprenditoria o di opportunisti appartenenti alle istituzioni locali”.
“La politica deve fare la sua parte. – continua Patrizia Toia - Sbagliato è l’atteggiamento di Letizia Moratti che ha stroncato la Commissione Antimafia in Comune, affermando che il fenomeno non ci riguardava. Sbagliate sono quelle dichiarazioni di chi, qualche tempo fa, diceva che la mafia al Nord non esiste: non solo perché è un’affermazione falsa, come purtroppo dimostrano tutti i dati, ma anche perché non è nascondendo la polvere sotto al tappeto che si possono trovare le soluzioni ai problemi. E il problema della criminalità organizzata va fronteggiato, arginato, contrastato e risolto, per quanto possibile, con tutti i mezzi che ci sono a disposizione”.
“Se l’accresciuta potenza delle ‘ndrine, deriva sostanzialmente dalla loro forza economica, - fa notare l’eurodeputata del Pd - è evidente che non è sufficiente arrestare i latitanti di spicco per fermare il potere criminale, ma si deve erodere il patrimonio economico e finanziario che ad esso fa riferimento. Ecco perché l’investigazione, soprattutto al Nord, deve puntare ai reati di corruzione, in quanto è lì che si nasconde la mano dei clan. Le misure di contrasto patrimoniale sono quelle sui cui occorre puntare, le indagini attraverso le intercettazioni telefoniche e ambientali (con cui il centrodestra se la prende tanto ma che sono indispensabili per contrastare questo tipo di criminalità)”.
“La politica operata dal centrodestra in materia di intercettazioni, norme sul riciclaggio e corruzione, purtroppo non ha aiutato nella lotta alla criminalità organizzata. Occorrono norme adeguate e occorre anche la volontà di contrastare i criminali e di scardinare i rapporti che legano la politica e la pubblica amministrazione alla malavita”, conclude Toia, evidenziando che “in Lombardia e a Milano, governa il centrodestra da molti anni ed è curioso che di fronte alla drammaticità dei dati diffusi dal rapporto della Direzione Antimafia, non abbiamo avuto alcun commento da rilasciare”.