Facile dire 'ristorante italiano'. La cucina del Belpaese, si sa, è la migliore del mondo.
Per questo i locali nostrani affollano le vie delle più importanti capitali europee e internazionali, ma non sempre dietro linsegna si nasconde unofferta allaltezza delle aspettative. Per questo, al fine di tutelare il brand 'ristoranti italiani' nel mondo, è approdato alla Commissione Industria di Palazzo Madama un disegno di legge per la regolamentazione e la tutela, presentato dal senatore eletto in Europa, Raffaele Fantetti. Il testo è stato incardinato con altri due ddl presentati dai senatori Pichetto Fratin e Giordano. Ascoltiamo in merito il relatore Fantetti.
Da cosa nasce l'esigenza di questo provvedimento, senatore?
"L'esigenza nasce dal fatto che la stragrande maggioranza degli italiani immigrati all'estero sono collegati, più o meno direttamente, a esercizi di ristorazione pubblica. Nella storia, ma anche nel presente. Per cui si tratta di un tema molto sentito".
Quali sono i punti salienti di questo disegno di legge?
"In prima battuta si vuole istituire un "Comitato per la tutela della ristorazione italiana nel mondo" presso il Ministero dello Sviluppo economico che ha per scopo la promozione e la tutela degli esercizi di ristorazione pubblica italiana all'estero. Quindi, fissare i termini di cosa rende un ristorante "italiano" anche se si trova all'estero. Una volta identificati questi criteri si intende promuoverli e difenderli dalle contraffazioni attraverso l'attribuzione di alcuni importanti marchi di qualità, tra cui quello di "ristorante italiano nel mondo", di "pizzeria italiana nel mondo" e di "gelateria italiana nel mondo". Tali esercizi verranno premiati una volta all'anno nell'ambito di una conferenza nazionale della ristorazione italiana all'estero".
La cucina italiana è famosa in tutto il mondo, ma molti si fregiano dell'insegna nostrana anche se poi di italiano nella cucina vi è ben poco. Come fare a difendere la qualità della cucina italiana?
"Noi eravamo in difetto, una grave lacuna storica. Lo Stato italiano non aveva ancora identificato cosa fosse un esercizio pubblico di ristorazione all'estero e, quindi, non si poteva intervenire per difenderli dalle contraffazioni. Adesso finalmente l'Italia fa la sua parte, fissando i paletti. Cercheremo di fare promozione e difesa in modo più efficace anche all'estero".