(ASI) Con i regolamenti della nuova Politica Agricola Comune scompare la figura del coltivatore “da salotto” destinatario di contributi, anche significativi, senza lavorare un sol giorno. A chiarire i nuovi dispositivi il deputato Gallinella (M5S).
La precedente programmazione PAC aveva involontariamente dato vita ad un nuovo modo di fare il coltivatore: il “Sofa Farmer”. Molte infatti le aziende che nel corso degli anni si sono accaparrate i terreni di proprietà dei Comuni e destinati agli usi civici, per poi approfittare dei premi per i pascoli magri, “frodando” indirettamente l’Ue.
Bastava prendere in affitto queste superfici, pur non eseguendo su di esse alcun lavoro, per poter usufruire dei fondi comunitari. Il più delle volte l’entità del premio era molto superiore al costo del terreno e pertanto i potenziali locatari erano in grado di corrispondere canoni anche più alti di quelli richiesti; a rimetterci, quindi, i pastori che, non avendo potere contrattuale, non erano nelle condizioni di rilanciare sul prezzo dell’affitto. Il tutto con la complicità dei Comuni che, per incamerare più risorse finanziarie possibili, preferivano le grandi imprese agricole ai propri contadini ed allevatori. Una pratica su cui era intervenuta anche Agea, cercando di bloccare i “sofa farmers” con una circolare, sospesa però con una ordinanza del Consiglio di Stato.
“Finalmente l’Unione Europea ha detto stop a chi preferiva sfruttare le maglie dei contributi comunitari piuttosto che lavorare la terra – dichiara il deputato Filippo Gallinella (M5S) – La normativa PAC 2014-2020 esclude, infatti, la possibilità di pascolamento da parte di terzi. L’articolo 9 del regolamento sui pagamenti diretti dispone che per essere considerato attivo l’agricoltore deve esercitare sulle superfici ammissibili l’attività minima. Nel caso di pascolamento da parte di terzi si configura una fattispecie particolare nella quale la superficie ammissibile, definita ‘pascolo magro’, è una superficie dove non sono possibili lavorazioni e, quindi – conclude Gallinella – l’unica attività minima che vi si può esercitare è il pascolamento”.
Qualcuno prova ad obiettare, in linea con i ricorrenti contro la circolare Agea, che il pascolamento da parte di terzi è da considerare uguale al caso di un agricoltore che fa lavorare al conto-terzista il proprio terreno. “In realtà – spiega Gallinella – non parliamo della stessa cosa perché (come peraltro disposto dall'articolo 14 della proposta regolamento delegato in via di approvazione) ha diritto all'assegnazione dei diritti all'aiuto chi mantiene il controllo dell'azienda in termini di gestione, utili e rischi finanziari. Da ciò si evince che, nel caso di pascolamento da parte di terzi, è il pastore, e non l'affittuario del terreno, a mantenere il controllo dell'azienda (che è il bestiame per intenderci) mentre nel caso dell'agricoltore e del conto-terzista è il primo e non quest'ultimo ad avere il controllo e ad assumersi il rischio”.
Per questi motivi, dunque, si decreta la breve vita del “sofa farmer”, una figura creata dalle falle dei regolamenti comunitari a cui, fortunatamente, ha finalmente messo riparo la medesima Commissione europea con la nuova programmazione PAC. E chi prende in affitto un terreno da pascolo magro, per il combinato disposto dagli articoli 9 del regolamento sui pagamenti diretti e dell’art. 14 del regolamento delegato, non ha alcun diritto al premio PAC.