(ASI) £Io a Roma a manifestare contro la politica guerrafondaia dell’UE, insieme a Marco Rizzo e a Francesco Toscano di Democrazia Sovrana e Popolare ci sono stato. Perché? Perché non è vero che dobbiamo investire 800 miliardi per difenderci. Già ora l’UE, Inghilterra esclusa, spende il 60% in più della Russia in armamenti (studio università Cattolica).
La Russia è veramente il nemico da creare dopo anni di provocazioni e di vergognose campagne per diffondere la russofobia nei confronti di quel popolo da sempre amico e ammiratore del nostro Paese? O piuttosto diventa il nemico immaginario da trovare come alibi per giustificare all’opinione pubblica altri fini di lobby molto meno nobili?
È solo un caso che la manifestazione pro-Europa, che ha messo insieme quelli con le bandiere della pace con quelli che incitano al riarmo, sia stata promossa proprio da un giornalista che appartiene ad un giornale della famiglia Agnelli, direttamente coinvolta, come le altre case automobilistiche nel business delle armi e della riconversione dell’industria europea dell’auto in industria delle armi e della guerra dopo il fallimento dell’economia green?
Spendere 800 miliardi in armamenti come vuole Forza Italia, Fratelli d’Italia e il Partito Democratico significa sottrarli da altri settori: inutile continuare a bleffare, dicendo che non incideranno sulla spesa sociale. Lo stesso ministro delle Finanze Giorgetti ha lanciato un allarme. Una nuova spesa o la copri con nuove entrate (tasse) o con l’indebitamento (scaricando i costi al futuro) o con tagli dei capitoli di bilancio attuali. Quando dovrete aspettare un anno per una visita sanitaria e quando non avete i soldi per potervi curare, pensate che prima di voi, più importante di voi, per lo Stato c’è un carro armato o un nuovo missile. La vera guerra quotidiana la stiamo dichiarando ai nostri cittadini per salvare l’industria europea dopo il fallimento del green. Questa è la verità. Riconvertire gli impianti in economia di guerra è pericoloso: quando i magazzini delle armi saranno pieni, occorre continuare a svuotarli per proseguire a produrli. Per fare questo servirà una guerra e un nemico immaginario come la Russia lo si trova sempre. Ecco perché ho manifestato. Stiamo imboccando una strada molto pericolosa: non si risolleva l’economia con le armi. Cosa dobbiamo fare? Agganciamoci all’accordo di pace USA-Russia, mettiamo in campo la diplomazia, riapriamo il mercato con la Russia, importiamo gas low cost abbassando le bollette e rimettendo in moto l’economia in questo modo. Non seguiamo le chimere guerrafondaie dei "volenterosi" Inghilterra e Francia che seguono altri interessi, non certo quelli dell’Italia!" Così in una nota Stefano Valdegamberi, Presidente Gruppo Misto della Regione Veneto.