(ASI) Nelle ultime settimane, il presidente statunitense Donald Trump ha approvato nuovi dazi verso una serie di Paesi. Tra questi c'è anche la Cina, che ha subito un incremento delle barriere tariffarie del 10%, presentato dalla Casa Bianca come strumento di pressione per ottenere da Pechino maggiore collaborazione nel contrasto alla proliferazone dei prodotti utilizzati per sintetizzare il fentanyl, il famigerato oppioide nato come farmaco e regolarmente utilizzato negli ospedali americani, ma da diversi anni divenuto una pericolosissima droga di strada in numerose città del Paese.
La Cina ha sempre respinto le accuse di Washington, già lanciate dall'Amministrazione Biden, mostrando evidenze e dati. Il Console della Repubblica Popolare Cinese in Milano, Liu Kan, ha inviato una sua riflessione a riguardo, in esclusiva per Agenzia Stampa Italia. Ne proponiamo il testo qui di seguito.
di Liu Kan (Console Generale della Repubblica Popolare Cinese a Milano)
Gli Stati Uniti hanno utilizzato il fentanyl come pretesto per imporre dazi del 10% alla Cina. Questa mossa non solo è priva di fondamento, ma viola anche le norme pertinenti dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) e causerà gravi danni al sistema commerciale multilaterale.
I. Le radici della crisi americana del fentanyl
L’abuso di fentanyl è un problema negli Stati Uniti da decenni e non è un fenomeno recente. Già negli anni '90, alcune aziende farmaceutiche promuovevano l'idea che gli oppioidi fossero innocui, spingendo i medici a prescriverli in grandi quantità e contribuendo alla diffusione di una vera e propria “cultura del sollievo dal dolore” nella società statunitense. Le persone si sono abituate a fare affidamento sugli oppioidi per alleviare il dolore, sviluppando gradualmente una dipendenza che ha portato ad un aggravamento del problema dell’abuso. Gli Stati Uniti, pur rappresentando solo il 5% della popolazione mondiale, consumano l’80% degli oppioidi prodotti a livello globale.
In teoria, se il governo statunitense volesse davvero controllare la crisi del fentanyl, potrebbe arginare il problema interrompendo le catene di approvvigionamento illegali e rafforzando la regolamentazione dei farmaci da prescrizione. Tuttavia, per motivi legati alla politica elettorale, i politici statunitensi non hanno adottato misure efficaci, preferendo sfruttare la questione del fentanyl per alimentare il dibattito pubblico e deviare le responsabilità. Inoltre, gli interessi intrecciati tra le aziende farmaceutiche e la classe politica hanno ostacolato l’attuazione delle normative necessarie.
Secondo un’inchiesta del The Guardian, le case farmaceutiche statunitensi hanno investito ingenti somme di denaro per fare pressione sui membri del Congresso, con il risultato che, pur riconoscendo la gravità della crisi del fentanyl, i due partiti si ostacolano a vicenda a livello legislativo, rendendo difficile una soluzione concreta. Nel maggio 2023, la Camera dei rappresentanti, controllata dai repubblicani, ha votato per esaminare il "Disrupt Fentanyl Trafficking Act". Ben 133 deputati si sono espressi contro la misura, di cui 132 appartenenti al Partito Democratico.
II. Le sanzioni commerciali unilaterali degli Stati Uniti violano i principi fondamentali dell'OMC
Il governo statunitense non solo non è riuscito a risolvere adeguatamente il problema dell’abuso di fentanyl nel proprio Paese, ma ha anche scaricato la responsabilità sulla Cina ed imposto sanzioni economiche attraverso l’aumento dei dazi doganali. Questo comportamento rappresenta una grave violazione dei principi della "nazione più favorita" (MFN) e del trattamento nazionale, sanciti dall’OMC. Secondo le regole dell’OMC, gli Stati membri non possono applicare dazi discriminatori nei confronti di un Paese specifico, ma gli Stati Uniti hanno ignorato questa norma internazionale imponendo dazi aggiuntivi sui prodotti cinesi.
Tali azioni compromettono la stabilità del sistema commerciale internazionale e rischiano di intensificare ulteriormente le tensioni globali sul commercio, danneggiando lo sviluppo economico mondiale. A lungo termine, questa politica finirà per nuocere anche agli stessi interessi degli Stati Uniti: dazi elevati comporteranno un aumento dei prezzi delle importazioni, aggravando il peso economico per i consumatori americani, e ridurranno la competitività delle imprese statunitensi sui mercati globali.
III. Il ruolo attivo della Cina nella lotta contro la droga
Contrariamente alle accuse degli Stati Uniti, la Cina ha sempre svolto un ruolo attivo negli affari globali di contrasto alla droga. Nel 2019 è stato il primo Paese al mondo a classificare e regolamentare l’intera categoria delle sostanze a base di fentanyl, includendo oltre 100 varianti allora conosciute. Questa misura ha superato di gran lunga i requisiti di controllo stabiliti dalle Nazioni Unite, dimostrando l’atteggiamento rigoroso della Cina nella lotta contro la droga. Al contrario, gli Stati Uniti non hanno ancora implementato una regolamentazione permanente sull’intera classe delle sostanze a base di fentanyl.
Nel 2024, la produzione di principi attivi farmaceutici a base di fentanyl in Cina è stata di 100 chilogrammi, destinata principalmente all’uso medico interno e all’export. Nello stesso anno, la Cina ha esportato 12,3 chilogrammi di farmaci a base di fentanyl, con destinazioni principali in Corea del Sud, Vietnam e Filippine. Fino ad oggi, la Cina non ha mai esportato farmaci a base di fentanyl verso il Nord America.
Attualmente, la Cina ha istituito un sistema di regolamentazione completo che copre l’intera categoria e l’intera catena di approvvigionamento del fentanyl, con un controllo rigoroso sulla produzione, sulla distribuzione e sulle operazioni di import-export. Qualsiasi transazione relativa al fentanyl e ai suoi precursori deve essere approvata dall’Amministrazione nazionale dei prodotti farmaceutici e rientrare nel Sistema globale armonizzato di classificazione ed etichettatura delle sostanze chimiche dell’ONU per garantire la tracciabilità. Il 4 marzo, la Cina ha pubblicato il Libro Bianco sul Controllo del Fentanyl e dei suoi analoghi in Cina, che fornisce una spiegazione autorevole sulle misure adottate dal Paese nel controllo del fentanyl, evidenziando le innovazioni e i risultati ottenuti in ambiti quali la regolamentazione dei farmaci, la repressione dei crimini legati al fentanyl, il controllo rigoroso dei precursori, lo sviluppo tecnologico, il miglioramento dell’efficacia delle misure di controllo e la cooperazione globale nella governance delle sostanze a base di fentanyl. Questo documento aiuta la comunità internazionale a comprendere in modo approfondito, obiettivo e completo la posizione, le azioni e i risultati della Cina in questo settore.
Conclusione
I fatti parlano da soli. L’abuso di fentanyl negli Stati Uniti trova le sue radici in problemi sociali interni, tra cui gli interessi commerciali dell’industria farmaceutica, la mancanza di una regolamentazione efficace e la polarizzazione politica che ostacola le riforme legislative. Imponendo sanzioni economiche unilaterali contro la Cina, Washington non solo non affronta il problema alla radice, ma mina anche il sistema commerciale globale e la ripresa economica mondiale. Il governo statunitense dovrebbe abbandonare le politiche di sanzioni unilaterali e la strategia di scaricare le proprie responsabilità su altri, ed invece rafforzare la cooperazione con i Paesi interessati per migliorare la regolamentazione delle sostanze chimiche e smantellare le reti di traffico illegale.
La Cina è pronta a collaborare con gli Stati Uniti su basi di uguaglianza e rispetto reciproco, ma si oppone fermamente all’uso del problema del fentanyl come pretesto per esercitare pressioni, minacce o ricatti contro Pechino. La Cina continuerà a perseguire il concetto di "comunità dal destino condiviso per l’umanità", adempiendo seriamente ai propri obblighi internazionali, partecipando attivamente alle iniziative globali e promuovendo una governance internazionale più efficace in materia di lotta alla droga. La Cina è determinata a collaborare con tutti i Paesi per affrontare le nuove sfide legate al fentanyl e a contribuire con impegno alla risoluzione di questa crisi globale.
Redazione - Agenzia Stampa Italia