(ASI) La Juventus, una squadra che per decenni ha incarnato il simbolo del dominio e dell'ambizione calcistica italiana, sembra oggi navigare in acque agitate, dove il confronto con il passato diventa un peso e una sfida.
Partiamo dalla difesa. De Winter, Drăgușin e Romero sono nomi che altrove stanno fiorendo e, con le loro prestazioni, pongono interrogativi su decisioni prese nel recente passato. Può Kalulu, con tutta la sua promettente versatilità, colmare la nostalgia? E Veiga e Kelly, seppur talentuosi, possono davvero eguagliare il livello che sembrano offrire i nomi ormai lontani?
Tra i pali, il confronto tra Di Gregorio e Szczęsny è quasi imbarazzante: l'esperienza e la solidità del polacco non sembrano avere un eguale nella nuova generazione. È un promemoria doloroso di quanto sia cruciale avere un portiere che possa essere non solo un guardiano della rete, ma anche un leader della squadra. A centrocampo, Koopmeiners doveva essere il simbolo di una rinascita tattica, ma il confronto con Rabiot sembra troppo pesante. Douglas Louiz si è notato più per la tinta bionda dei capelli che per le giocate - ridotte al lumicino - palesate nelle poche volte in cui é sceso in campo.
E Kolo Muani? Per quanto sia un talento cristallino, la pressione di vestire la maglia bianconera, così come già accadde a Parigi, si rivela una montagna troppo ripida da scalare. Dopo alcune buone, quanto sporadiche apparizioni, si é smarrito all’ombra della Mole. Non era forse meglio tenersi Kean e non deprimere Vlahovic? Alla luce di quanto scritto, la dirigenza ha condotto in porto un mercato non all’altezza della Juventus. Soldi, tanti, spesi davvero male.
Infine, un pensiero alla guida tecnica: Thiago Motta era chiamato a portare innovazione, freschezza e coraggio, ma se oggi si parla di rimpiangere Maifredi, allora è lecito domandarsi se i veri miracoli a Bologna li abbia fatti Sartori, il vero artefice di strategie e intuizioni vincenti.
Allegri é stato criticato con eccessiva fretta, bollato come il problema quando era la soluzione di tanti problemi. A cominciare da una società assente dopo l’addio di Andrea Agnelli. Questa Juventus sembra in bilico tra un passato glorioso e un futuro incerto, mentre il presente sfida tifosi e critici a trovare un equilibrio tra aspettative e realtà. E tu, Vecchia Signora, chi sei oggi? Raccontaci di te, perché i tuoi fan sono qui, in trepidante attesa di risposte.
Raffaele Garinella- Agenzia Stampa Italia