
(ASI)La gravità della crisi economica in atto e le difficoltà delle famiglie è confermata anche dagli indicatori delle spese culturali. La percentuale di italiani oltre i 6 anni di età che hanno usufruito nel 2013 di almeno un intrattenimento fuori casa (visite a musei, mostre, siti archeologici, monumenti, concerti, cinema, teatro, competizioni sportive) è scesa al 61,1.
Nel 2012 era del 63,8%. Ormai quasi quattro italiani su dieci non possono permettersi alcuna spesa per usufruire dell’offerta culturale, nell’intero anno solare. I dati diffusi oggi dall’Istat testimoniano anche dell’allargamento della forbice tra Nord e Sud del Paese. Se almeno una volta l’anno il 31,1% degli abitanti del Nord visita un museo o una mostra, al Sud la percentuale si dimezza (16,4%). Quindi da un lato l’Istat ci offre la fotografia dell’aggravamento delle condizioni economiche degli italiani, dall’altra ci fa ben comprendere le difficoltà in cui versa il settore. E’ urgente che il governo investa nello sviluppo culturale del Paese. E’ enorme il ruolo che questo settore può svolgere per la ripresa del sistema economico nazionale. Oltre all’aumento delle risorse da destinare alla cultura, è necessario qualificare questa spesa per sostenere le istituzioni davvero rilevanti e correttamente gestite, e non, come spesso avviene oggi, per mantenere carrozzoni clientelari.
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