(ASI)“Abbiamo atteso diversi mesi la risposta alla nostra interrogazione che poneva seri dubbi sulla realizzazione della “Rete Adriatica” – il gasdotto di oltre 700 chilometri che attraversa l’Italia da Brindisi a Bologna. Ora che la risposta è arrivata siamo, se possibile, ancora più sconcertati dall’indifferenza con cui la classe politica guarda a quello che sarà un impianto devastante per il centro Italia.
Un impianto, tra l’altro, inutile per il fabbisogno di energia interno: con la con la crisi internazionale i consumi sono diminuiti, gli scenari cambiati e il prezzo di mercato del gas si è abbassato”. Lo dichiara Filippo Gallinella, deputato umbro del Movimento cinquestelle.
“Dei rilievi mossi nel nostro testo, nessuno è stato considerato. Non il rischio di mettere in pericolo parchi e aree protette, non il rischio per l’incolumità dei cittadini - il gasdotto attraverserebbe una zona a forte rischio sismico - non il pericolo per la salute umana a causa delle emissioni. Tutto viene giustificato – prosegue il deputato perugino - dal programma degli operatori del settore gas che, infatti, hanno messo in cantiere in questi mesi anche la TAP: un impianto che si estenderà per circa 870 km, dal confine greco-turco, attraverso l'Albania e il mar Adriatico fino alle coste pugliesi”.
“Ma all’Italia tutto questo non serve. Molte regioni hanno raggiunto in autonomia il proprio fabbisogno energetico e, inoltre, il territorio del Centro Italia, già pesantemente provato da catastrofi naturali, merita di preservare la propria bellezza e la propria salubrità, non di essere definitivamente annientato. L’Umbria tra tutte le regioni interessate, in questi anni si è mossa su più fronti per scongiurare la realizzazione della “Rete Adriatica”, ma purtroppo nessun risultato è stato ancora raggiunto. Mettere avanti la scusa del fabbisogno energetico è vergognoso – conclude Gallinella - lo stoccaggio del gas è l'affare, il business dell'immediato futuro per i soliti noti. Dall'altra parte, ci sono intere comunità di cittadini pronte a dare battaglia per far valere i propri diritti, le proprie aspirazioni e le peculiarità strategiche del proprio territorio. Noi siamo al loro fianco”.
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