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Centro per l’Impiego: lavoro impossibile

(ASI)In uno dei tanti talk show televisivi, un mese fa, il Sindaco di Firenze Matteo Renzi, parlava delle condizioni del lavoro in Italia, e delle possibilità, per un giovane di trovare di questi tempi un’occupazione. Secondo il leader del Pd, un attuale neo – diplomato o neo – laureato, recandosi in un Centro per l’Impiego italiano, avrebbe il 3% di possibilità di trovare lavoro. Al contrario, sempre a suo avviso, le opportunità salirebbero al 15% in Inghilterra, o al 30% nei Paesi della Scandinavia, i cosiddetti “virtuosi”. Ebbene, su questa questione Matteo Renzi ha pienamente ragione.

Invito chiunque a recarsi al Centro per l’Impiego (o in abbreviazione, CPI) di Padova. Vi accoglierà una grande vetrata, ove sono esposte, in primo luogo, le offerte di lavoro in Unione Europea o in generale, nel mondo (come gli Stati Uniti). Esse, riguardano diversi tipi di profili ricercati: si va dall’Ingegnere, all’addetto alle vendite, dal commesso al fast food presso Mc Donald alla badante per istituzioni private. I Paesi di accoglienza, sono molteplici: Belgio, Svizzera, Germania, Gran Bretagna ed Irlanda del Nord o, appunto, Stati Uniti. Le tipologie di contratti offerte, sono anche migliori rispetto alle opportunità italiane. Difatti, in molti casi campeggia la scritta “contratto a tempo indeterminato”, cosa, al momento, di una difficoltà estrema da reperire nel nostro Paese.

Ebbene, nessuna di queste offerte è in corso di validità. Esse, sarebbero tutte scadute tra novembre e dicembre del 2012. Attualmente, se non vado errato, siamo giunti ad ottobre 2013. Pertanto, tutte le schede esposte in ingresso al CPI di Padova, sono scadute quasi 12 mesi fa. L’interrogativo può sorgere spontaneo: come ci si può candidare ad una posizione scaduta? Chiaramente, impossibile. Eppure, questo è uno degli scenari che appare in uno dei CPI italiani. Si può comunque continuare. Salire le scale, andare al piano superiore. Ci si può recare a consultare le ulteriori inserzioni, quelle relative al territorio, pertanto, nel caso in questione, Padova e provincia. La prassi da seguire, poi, è sempre la stessa: candidatura spontanea nel CPI, tramite “foglio di carta” (è chiaro che bisogna essere iscritti), oppure stessa operazione, tramite il sito web della struttura. E’ chiaro che il CPI fornisca anche altri servizi, come: l’iscrizione alle liste di mobilità, a quelle di disoccupazione, ai corsi di formazione, e molto altro. Tuttavia, ci si imbatterà proprio nel 3% di cui parlava Matteo Renzi. Quindi, tra offerte scadute da più di un anno (europee o extra europee poco importa, la gravità del gesto è inaudita) e opportunità ridotte all’osso, il CPI risulta praticamente inutile.

Il sistema che dovrebbe essere il principale, quello “principe” per trovare un posto di lavoro, diviene paradossalmente il più inutile. Un luogo pregno di burocrazia “non al servizio” del cittadino. C’è da chiedersi, a questo punto, cosa dovrebbe fare un giovane italiano che al momento attuale voglia trovare lavoro. Può rivolgersi al circolo delle conoscenze, classica pratica nostrana da generazioni. Può guardare i vari siti internet, effettuare il porta a porta, organizzarsi in tutte le altre maniere possibili. Le ricerche saranno insistenti, le possibilità si ridurranno di giorno in giorno. Ed il giovane italiano, non vedrà che due scelte: la disoccupazione (cronica), o l’abbandono del Paese. Matteo Renzi, non sbagliava circa il dato del 3%. Se avesse citato una percentuale casuale, i dati sulla disoccupazione giovanile (e non), non sarebbero così drammatici. Certo, sarebbe il caso almeno di salvare la faccia: lasciare spazio ad offerte in corso, nel caso del CPI padovano, sarebbe il minimo. Assumere, è un’altra cosa. Per farlo ci vuole sempre l’incontro di domanda e offerta. E quest’ultima, deve essere reale.

Valentino Quintana per Agenzia Stampa Italia

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