Il negoziatore iraniano Sayed Abbas Araghchi ha dichiarato: “Possiamo discutere sul volume, la quantità e i processi di arricchimento, ma l’invio all’estero della nostra produzione rappresenta la nostra linea rossa”.
Come ad orologeria, torna improvvisamente attuale la questione delle centrali nucleari della Repubblica Islamica dell’Iran ed ancora una volta si ripropone l’ipocrisia dell’Occidente “civilizzato”.
Come al solito c’è una mistificazione di fondo che richiede un chiarimento. Si vuole far credere all’opinione pubblica mondiale che l’Iran costituisca una minaccia nucleare per qualcuno. La vera verità mascherata dall’ipocrisia farisaica degli Usa e afFini è che si vuole impedire a tutti i costi all’Iran, come a qualunque Paese anche non-islamico in via di sviluppo, l’autonomia energetica.
In altre parole se l’Iran non producesse in proprio l'uranio per le sue centrali nucleari, sarebbe costretto ad acquistarlo dagli Stati Uniti a prezzi non concorrenziali.
Questa costante dipendenza dall’Occidente annullerebbe ogni autonomia non solo economica, ma anche politica dell'Iran. Con immenso profitto della economia Usa al collasso ... e con sempre più grande vantaggio di Israele, del quale l’Occidente continua a fingere di non vedere il pericolo costituito dalle oltre 200 bombe atomiche possedute dall’esercito giudaico.
Niger SepTomBer-Agenzia Stampa Italia