Apprezziamo inoltre l’impegno al riutilizzo delle risorse non spese in varie voci del bilancio europeo nei prossimi due anni per misure a favore dell’occupazione giovanile. Ci teniamo tuttavia a ribadire le posizioni presentate sulla bozza delle conclusion
- La misura presenta alcuni elementi di debolezza se non inserita in un contesto di politiche più ampie sia Europee che Nazionali.
- In particolare la garanzia sará limitata ai giovani under 25 anni. Dato il sistema educativo italiano per cui l’eta’ minima di conserguimento della laurea magistrale e’ 24 anni e’ necessaria un’estensione della fascia d’eta’ d’applicazione della Youth Guarantee per assicurarne l’utilita’.
La Garanzia Giovani è un primo passo importante che rischia di essere inefficace sul lungo termine se non seguito da adeguate riforme strutturali del mercato del lavoro italiano che generino un ciclo positivo e virtuoso per l’occupazione.
Vista l’attuale gestione dei fondi europei a livello nazionale, riteniamo inoltre che sia necessario un maggiore controllo sull’utilizzo delle risorse da parte dell Unione Europea. Un'analisi più dettagliata dell’impatto di queste misure seguira’ nelle prossime settimane.
*Conosciamo i Giovani Italiani Bruxelles
1. Giovani Italiani Bruxelles è una iniziativa senza finanziamenti e volontaria, creata a gennaio 2013 a Bruxelles da giovani italiani che vogliono sottolineare la necessità di aumentare e migliorare le politiche a livello nazionale per affrontare la crisi occupazionale e l’ emigrazione all’estero. Il gruppo vuole considerarsi apartitico. L’iniziativa ha fra i suoi obiettivi quello di alimentare il dibattito tra i giovani e i politici italiani.
2. APPELLOGIOVANE: Giovani Italiani Bruxelles chiede al governo di concentrare il suo programma su cinque settori chiave: investimento nell’istruzione e nella ricerca, migliore formazione e accesso al mercato del lavoro, incentivi ad assumere i giovani, migliore accesso al credito e riforma del diritto di voto per i giovani all’estero
3. L’Italia investe solo il 4,6% del Pil in istruzione, contro una media OCSE del 5,7% ed UE al 5,2%; investimenti carenti sono nel settore “Ricerca & Sviluppo”. Nel 2010 l’Italia ha speso solo l’1,26 per cento del PIL, al di sotto della media dei Paesi dell’Unione Europea (l’1,91 per cento) e meno di Francia (2,26 per cento), Germania (2,82 per cento) e Regno Unito (1,77 per cento). Dati OCSE.