(ASI) Roma. Lettere in Redazione - “Già sappiamo delle malattie infettive, dell’Hiv e dell’epatite nelle nostre carceri, già sappiamo degli atti di autolesionismo, dei suicidi, e dei tentativi di suicidio. Già sappiamo del sovraffollamento, delle condizioni igienico sanitarie dei nostri istituti di pena, della vetustà dell’edilizia carceraria.
” E’ quanto afferma in una nota Giuseppe Maria Meloni, responsabile di Clemenza e Dignità, che aggiunge: “In esito a ciò, una indagine utile da promuoversi in sede parlamentare, non dovrebbe concernere lo stato attuale delle nostre carceri che è già noto, ma semmai le motivazioni per cui si è giunti a questa tragedia umana e giuridica, le cause per cui a distanza di anni e a tutt’oggi, non sono intervenuti dei provvedimenti veramente risolutivi della questione.” “A tal riguardo, e qualora si decidesse, effettivamente, di aprire questa riflessione, sarebbe interessante – osserva - verificare tra le possibili cause della vicenda, l’eventuale abbandono di valori fondamentali, di principi prima naturali e poi giuridici, che in precedenza hanno sempre funzionato quali linee guida, quali criteri di orientamento, quali stimolo per la risoluzione delle problematiche.” “In particolare, - conclude - si verte nel caso di specie di principi che coinvolgono le persone indistintamente, senza necessità di una domanda o di un permesso, di principi quali la dignità dell’essere umano, il diritto alla vita, il diritto alla salute, il principio per cui la pena non possa consistere in trattamenti contrari al senso di umanità, e molto altro ancora.”
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