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(ASI) "Caro Onorevole Gigli, solo 21 anni non è l'età del brutale assassino che lei ha scambiato per vittima del "sistema cattivo" durante il suo discorso di ieri in aula. A Parlare è Barbara Benedettelli, responsabile del Dipartimento tutela Vittime della violenza di Fratelli d'Italia.  E' l'età di Daniele Carella, lui sì vittima insieme alla sua famiglia di un uomo che ha spezzato per sempre tre vite e tutte quelle che ad esse erano legate. Un errore il suo che considero grave*, come gravi sono le affermazioni che un deputato della Repubblica ha fatto in un'aula in cui dovrebbe difendere gli interessi degli italiani e lottare per la giustizia. Che messaggio ha dato lei ieri? Uccidere quando si è disperati è giustificato? Ma si rende conto della gravità di affermazioni fatte in Parlamento?

 

Le rammento che anche la prima vittima, Alessandro Carolè di soli 40 anni, era in una condizione di disoccupazione. E' stato trovato in ginocchio, appoggiato al muro del bar dove aveva cominciato la sua ultima giornata di vita con il cranio fracassato. Le ricordo che il padre di Daniele lo ha visto a terra, dilaniato e morente. Lei è padre? Provi a vestire per un momento i panni di Savino Carella. Onesto lavoratore che rispettava le regole e gli altri. Le ricordo che il pensionato Ermanno Masini aveva perso da poco la moglie. Queste persone avevano motivo di disperazione nel senso in cui lei la intende. Ma per questo non hanno devastato le vite altrui. E cosa dovrebbero fare ora i familiari degli uccisi se la giustizia non sarà capace di dare un prezzo elevato alla vita dei loro cari? E' grave quanto lei ha detto in aula in difesa di un assassino, della peggiore specie, che per altro aveva già dimostrato un' indole violenta in passato e che, anche se in attesa di un ricorso che deve essere abolito, non doveva essere lasciato in giro per le strade  a vivere di espedienti e furti. Lei dice che povero Kabobo non sapeva neanche la lingua, le rammento che in Italia c'era dal 2011. Evidentemente non era qui per integrarsi.

Da un deputato della Repubblica all'indomani di una simile tragedia mi aspetto parole diverse. La legge lo ha permesso? Allora questa legge è sbagliata*. Va cambiata per tutelare i cittadini italiani e fare in modo che fatti così gravi non accadano più, almeno per mano dei clandestini.  *Secondo la giurisprudenza di Strasburgo la detenzione dello straniero è ammissibile in linea di principio, non solo nelle more del procedimento di espulsione, ma anche nel corso del procedimento di asilo, sulla base dell’art. 5 comma 1 lett. Cedu (che autorizza l’arresto e la detenzione dello straniero per impedire l’ingresso clandestino nel territorio nazionale). *La legittimità della privazione della libertà personale dello straniero nel corso del procedimento di asilo è stata

riconosciuta* per la prima volta nella Sent. 29 gennaio 2008 dalla Grande Camera, *Saadi c. Regno Unito. *Dunque posso dire che Madu Kabobo, con precedenti, non doveva essere in giro per le strade della città, anche se in attesa di un ricorso di asilo politico che anzi dovrebbe essere abolito.

Basti un solo grado di giudizio.

E qui a pesare è anche il silenzio del *Ministro Kyenge*.  Cecile Kyenge non è solo il ministro dei rifugiati, degli extracomunitari regolari o meno, dei clandestini. E’ anche e prima di tutto ministro degli italiani.

Il suo ministero si chiama dell’integrazione e l’integrazione necessità di due parti da unire, una delle quali oggettivamente più grande dell’altra, si chiama Italia. Non può non affermare la vicinanza a chi soffre pene senza fine. L’ergastolo eterno e senza sconti del dolore di chi perde un marito, un figlio, un padre. A picconate. Un silenzio il suo che pesa. Non può tacere perché se la sua anima è nobile come credo, se è capace di compassione, di empatia, non può rivolgerli da una parte sola. La solidarietà a senso unico non è accettabile da un ministro".

 

 

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