A questo punto, per i diciannove, diventa doveroso e irrinunciabile aprire immediatamente una fase congressuale del partito, dalla quale possa emergere con chiarezza una strategia politica e da cui si possano e si debbano rimettere in discussione tutti i gruppi dirigenti. Per porre fine al “mostro a cento teste, privo di una chiara guida e strategia politica, con i suoi eletti ed i suoi dirigenti che operano in maniera irresponsabile e senza rappresentare la volontà ed il sentimento degli iscritti e degli elettori”. Dunque, un dibattito aperto e profondo che definisca le linee strategiche e le scelte di fondo del partito, troppo a lungo rinviate in nome di “falsi unanimismi”. La richiesta politica è chiara: “un congresso franco in cui gli iscritti possano davvero diventare protagonisti del partito, in cui si possa intraprendere una seria e reale opera di rinnovamento e in cui si definiscano chiaramente le linee politiche e programmatiche all’interno delle quali il PD deve muoversi e nelle quali debbano riconoscersi tutti coloro che intenderanno continuare a dare la loro adesione”. Il documento è stato inviato alla segreteria nazionale, regionale umbra e comunale di Città di castello del Partito Democratico.
Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia
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