Chi sono i The wild child, come e quando nascono?
I Twc nascono ufficialmente nel 2004 dopo un incontro, casuale ad un concerto, tra me – il vocalist Cris-, Mark e Paul, la cosa buffa è che io e Mark abbiamo attaccato discorso solo perché avevamo addosso la maglietta degli W.A.S.P., un gruppo statunitense, uguale.
Nel vostro curriculum figura anche la vittoria in alcuni concorsi musicali. Cosa avete imparato da questa esperienza?
Sicuramente il fatto di dare il 200% durante l’esecuzione dei pezzi in modo da colpire la giuria e il pubblico, cosa che per’altro i TWC fanno sempre e comunque nei loro concerti, è nella nostra natura.
Quali sono i vostri riferimenti musicali?
Visto che in principio siamo nati come gruppo cover di Judas Priest, Black Sabbath, Ozzy Osbourne, i nostri riferimenti non possono che essere il Classic Heavy Metal, e l’Hard Rock con delle influenze musicali dei tempi attuali.
Cosa provate quando siete sul palco a cantare le vostre canzoni davanti ad un pubblico che vi segue a memoria?
Per come la vediamo noi Twc è il raggiungimento dell’obbiettivo che ti sei prefissato, anche se non siamo dei professionisti quando il pubblico canta le tue canzoni vuol dire che hai fatto una cosa bella e che resta nella mente della gente, vuol dire che hai lasciato il segno.
In questo momento siete impegnati in un tour radiofonico, questa esperienza quanto si sta servendo per crescere?
Molto, se consideriamo che noi viviamo all’estremo nord Italia e facciamo interviste radiofoniche con delle emittenti del sud Italia, la nostra musica attraversa tutta la nazione, ed è un modo di fare sapere alla gente che ci siamo anche noi, ed è una “figata”.
Quali sono i vostri progetti a medio e breve termine?
Avendo cambiato due elementi nella line-up (batteria e chitarra ritmica) stiamo facendo prove su prove per poter fare imparare il prima possibile i pezzi ai nuovi arrivati, dopodiché stileremo un calendario per i concerti, e in autunno ci metteremo a lavorare al terzo album.
Cosa rappresenta per voi la musica?
Per i TWC la musica è passione ed un modo di comunicare con la gente che ascolta la nostra musica, i nostri brani toccano tematiche a 360° da esperienze vissute in prima persona, a tragedie che colpiscono purtroppo le famiglie e non ultimo il nostro giudizio su questa società in cui viviamo, improntata solo sul dio denaro, e tutti quelli che venderebbero la propria madre pur di far soldi.
Fabrizio Di Ernesto- Agenzia Stampa Italia