Il senno di poi dice: e se alle primarie del PD avessimo votato per Matteo Renzi? Forse le cose sarebbero andate diversamente, il partito avrebbe perso meno voti. A parte i se ed i ma del senno di poi, è opportuna, secondo me, una riflessione a carattere generazionale, che viene dalla pratica dell’ insegnamento.
Leggendo sui giornali notizie delle matricole della Camera dei Deputati, la cosa che subito colpisce l’attenzione è la giovane età di questi nuovi onorevoli. Francamente vedo con perplessità P. Luigi Bersani alle prese con questi ragazzi che potrebbero esserne i figli, o anche i nipoti. E’ ipotizzabile, dunque, uno scorrevole rapporto di governo fatto di fiducia, senza ostacoli, fra un politico navigato, e forse anche stanco, e questi giovani rampanti, vincenti, duri e puri? Rappresentano la protesta, credono a quello che dicono, privi di concrete ed utili esperienze di governo. Li divide da P. Bersani un abisso incolmabile.
A questo proposito, vi ricordate che decenni fa qualcuno parlava di un partito di lotta e di governo? La nostra storia ha dimostrato che le due cose, lotta e governo, sono cose ben diverse e poco conciliabili fra di loro. In tempi più recenti, ricordate i duri e puri delle leghe scesi a Roma ladrona? Hanno governato, ed oggi sono la metà, forti, ma dimezzati proprio dall’esercizio di governo, dai i compromessi che esso comporta, dagli scandali e quindi dalla perdita della purezza iniziale.
Che succederà? Un pensiero immediato va a Matteo Renzi, sconfitto nelle primarie del PD per la candidatura a premier, da un partito con un apparato burocratico ed con una storia che lo arricchisce, ma che, nel confronto con la destra e la valanga emergente della protesta disordinata, è risultato meno forte di quanto previsto da tutti i sondaggi.
M. Renzi è coetaneo dei grillini eletti, e quindi naturalmente più capace di tanti altri di trattare con loro. Una risorsa per il partito della sinistra di governo. Forse è il suo tempo, o la sarà presto. Significa che è tempo che noi obsoleti cominciamo ad accettare nuovi punti di riferimento, per senso di responsabilità verso le istituzioni democratiche italiane e quelle dell’ Europa di cui facciamo parte. Per concludere, un pensiero per tutti i sondaggisti che davano vincente il PD, al secondo posto Grillo, e poi il PDL. Lo tsunami Grillo ha travolto non solo i vecchi partiti, obsoleti ed autoreferenziali, ma anche tutte le ben note previsioni.
Emanuela Medoro-Agenzia Stampa Italia
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