“Ciò che queste persone non hanno compreso – continua il dirigente – è l'assurdità del loro messaggio, ovvero il voler difendere a tutti i costi l'operato di Tito, leader che non ebbe pietà per prigionieri di guerra, civili, partigiani e nemici che si erano arresi. Nelle foibe finirono come noto non solo 'fascisti' ma anche comunisti dissidenti, monarchici, cattolici, intere famiglie che avevano l'unica colpa di essere italiani”.
Sul perché dell'oscurantismo, Scatarzi replica che “Certe associazioni, spesso finanziate coi soldi pubblici come l'Anpi, non hanno mai smesso di far calare un velo di assordante silenzio attorno alla tragedia delle foibe, contribuendo a rendere questa pagina di storia manipolabile o sconosciuta”.
Di fronte al comunicato reso pubblico dagli antifascisti, Scatarzi non riesce a trattanere un sorriso: “Leggiamo come al solito di antifascismo e di partigiani. Ma quali partigiani? Quelli non in linea con Tito e per questo rinchiusi a pane e acqua nei lager dell'isola Calva (Goli Otok)? O i combattenti monarchici delle Osoppo, ex ufficiali del Regio Esercito, antifascisti e anti comunisti trucidati in quel di Porzus da bande comuniste italiane per aver denunciato i tentativi titini di annessione del Friuli Venezia Giulia alla Jugoslavia col benestare del PCI?”.
"Certo antifascismo - conclude il portavoce del "centro sociale di destra" che da un decennio organizza il corteo del ricordo nel capoluogo toscano - dovrebbe iniziare a studiare la nostra storia: non quella scritta e spiegata dai loro fratelli maggiori, ma quella testimoniata da decine di migliaia di innocenti costretti all'esilio forzato dal confine orientale".
Marco Petrelli - Agenzia Stampa Italia
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