La retribuzione annua pro-capite è più elevata al Nord-ovest. Oltre 600 mila licenziamenti negli ultimi nove mesi, le compagnie di bandiera registrano bilanci in rosso, il sistema bancario italiano, come anche estero, è attraversato da decine di scandali e di accuse gravissime, ogni giorno in Italia si abbassano, per sempre, decine di saracinesche e chiudono 30 aziende. Una famiglia su tre non arriva a fine mese, lo stipendio fermo da troppi anni cede sotto il peso del prelievo fiscale e del caro vita. L'economia è ferma, i consumi al minimo storico. Il modo di intendere le votazioni è cambiato, gli elettori non hanno votato il loro rappresentante, ma, hanno bocciato colui che hanno inteso come nemico. Hanno mandato a casa l'austerità fiscale in un Paese leader della corruzione e dello spreco ignobile. Lo dimostrano queste elezioni: "Il 91% degli italiani ha bocciato le tasse. Il dato relativo al governo Monti è chiaro. Il fatto che nonostante gli scandali il Pdl attragga ancora un voto su tre dà l'idea di quanto ancora ci sia una parte del Paese che si arrende alla logica – almeno ci leva qualche tassa - ''.
Questa l'analisi del voto da parte di Marco Paccagnella, presidente nazionale di Federcontribuenti, associazione che in Italia conta su oltre 90mila tesserati. Il primo partito in Italia è quello dei cittadini vessati dalle tasse e stritolato da Equitalia: tema quest'ultimo totalmente assente dal programma del Partito Democratico ed ecco dove ha invece guadagnato punti Berlusconi che furbo come una volpe, altro che giaguaro, ha messo il dito nelle piaghe degli italiani. Per noi il futuro non è un mistero, se Bersani non darà ascolto alle grida della popolazione il capovolgimento sarà tanto veloce quanto netto e si tornerà alle urne. L'unica incognita resta la composizione del tavolo del consiglio dei ministri. Questo tavolo sarà l'ago della bilancia. L'unica maniera per uscire dalla ingovernabilità secondo Paccagnella è quella di puntare sulle priorità vere del Paese che sono la riforma del sistema della riscossione e la riforma fiscale. Se tre aziende su cinque chiedono prestiti per pagare le tasse significa che 4 aziende su cinque son destinate a chiudere nei prossimi mesi. I prestiti devono servire per lo sviluppo e non per indebitarsi due volte, con banca e Stato. Noi continueremo a spingere per attaccare alla radice le Leggi sbagliate, quelle che non tengono conto di un fenomeno assolutamente da tenere bene in mente: in Italia il prelievo statale sulle buste paga raggiunge la cifra record di 53,5%, contro una media Ocse del 35,3%; la pressione totale sulle imprese è del 68% contro il 43% medio dell'Ocse. È qui, sulle aziende e sul lavoro, che il peso del fisco raggiunge record mondiali e dove è più facile incappare nelle barbarie di banche o Equitalia. Ecco le priorità del nuovo governo.