(ASI) I giudici della Corte Europea dei diritti umani hanno confermato l’inadeguatezza e della normativa italiana in materia di procreazione assistita e di diagnosi preimpianto. Una vera e propria vittoria di civiltà e buon senso. Già in passato avevamo denunciato con forza gli aspetti fortemente discriminatori di una legge arretrata, lesiva del diritto dei genitori di scegliere se mettere al mondo o meno un figlio destinato a enormi sofferenze ed a morte prematura.
Legge che il Ministro Balduzzi, ignorando gli appelli dei genitori interessati e di molte forze sociali e politiche, aveva deciso ottusamente di difendere, presentando un appello alla Corte Europea che già ad agosto si era espressa sull’incoerenza della legge 40.
Il pieno insuccesso della linea adottata dal Governo è sottolineato anche dalla condanna, inflitta dalla Corte Europea dei diritti umani, a risarcire 15.000 Euro di danni morali agli aspiranti genitori.
Ora ci aspettiamo che, di fronte a questa sentenza storica, l’Italia cambi decisamente marcia, riconoscendo pienamente il diritto di scelta ai genitori.
Superare la legge 40 non significa solo prevedere l’accesso alla diagnosi reimpianto alle coppie fertili che possono trasmettere malattie genetiche: lasciarsi alle spalle questa legge anacronistica significa anche aprire le porte alla fecondazione eterologa.
E’ ora che il nostro Paese apra le frontiere al progresso: è intollerabile che molte coppie possano avverare il desiderio di avere un bambino solo recandosi all’estero.
Come già annunciato la Federconsumatori, tramite i suoi legali, è pronta ad affiancare le coppie che chiedono l’abolizione dei divieti espressi dalla legge 40, affinché vedano finalmente riconosciuto il loro legittimi diritti.
Redazione Agenzia Stampa Italia