(ASI) Damiano: vogliono rendere più facili i licenziamenti. “Siamo curiosi di conoscere nel dettaglio la riforma del mercato del Lavoro a cui pensa Monti, ma le prime anticipazioni fatte da Ichino non fanno ben sperare e rivelano l’intenzione di creare dei ‘contratti ad orologeria’ con cui le aziende avranno maggiore facilità di licenziare”. Così il capogruppo del Pd nella commissione Lavoro della Camera, capolista democratico in Piemonte, Cesare Damiano che aggiunge: “Monti accenna oggi alla necessità di cambiare, con una nuova proposta, la riforma Fornero sul mercato del lavoro. Quando lo dicevamo noi eravamo conservatori. Ichino si fa interprete di queste esigenze riproponendo la sua vecchia ricetta del ‘contratto unico’, riverniciata per l’occasione, che a suo tempo era stata bocciata da Confindustria e dai sindacati perché ritenuta impraticabile. Anche noi non l’abbiamo mai condivisa perché, nei fatti, rende più facili i licenziamenti prevedendo semplicemente un maggiore risarcimento al lavoratore da parte delle aziende. Ci domandiamo: come si può parlare di un contratto a tempo indeterminato quando il lavoratore, in qualsiasi momento , è licenziabile ‘ad orologeria’ con la semplice clausola del motivo economico? La nuova proposta Monti-Ichino, se abbiamo bene compreso, introdurrebbe un nuovo regime che varrebbe per i nuovi assunti, soprattutto per i giovani. In questo modo, non solo si ripropone il dualismo nel mercato del lavoro ma addirittura lo si consolida. Noi preferiamo invece che tutti i lavoratori, anche i neo assunti, possano godere delle stesse regole compreso l’articolo 18 riformulato recentemente che prevede, accanto al risarcimento nel caso di licenziamento per motivo economico , la possibilità per il giudice di reintegrare il lavoratore. La strada che invece noi proponiamo è quella della buona flessibilità in entrata, ad esempio attraverso l’adozione generalizzata del contratto di apprendistato e la successiva stabilizzazione incentivata dal credito d’imposta o dalla diminuzione strutturale del costo del lavoro quando si tratta di un impiego stabile. In sostanza, è ancora valida la regola secondo la quale un contratto di lavoro a tempo indeterminato deve costare meno di un lavoro flessibile o precario”.