(ASI) “Si moltiplicano le voci del FMI e dell’Europa che cominciano a mettere in discussione gli eccessi delle politiche rigoriste. Si stanno tutti accorgendo che il tema della rivalutazione dell’economia reale e del ridimensionamento del ruolo dei mercati finanziari e della speculazione, rappresenta la chiave di volta per imboccare finalmente la strada che porta ad un maggiore sviluppo ed equità sociale.
In questa ottica si inseriscono le dichiarazione di Juncker, presidente dell’eurogruppo, che ha affrontato due temi fondamentali per la costruzione di una Europa più giusta ed unita sotto il punto di vista sociale: quello del salario minimo e quello della redistribuzione della ricchezza, in un periodo di crisi, a vantaggio dei più deboli. Il fatto che Juncker dichiari che i ricchi debbano contribuire di più, può apparire scontato, ma in realtà rappresenta una presa di coscienza sempre più diffusa circa l’esigenza di una più equa distribuzione dei sacrifici”.
Redazione Agenzia Stampa Italia
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