«Chiediamo un lavoro - ha spiegato un improvvisato portavoce degli immigrati di nome Ahmed - oppure un po’ di soldi per tornare nel nostro Paese». In effetti, senza un permesso di soggiorno, sono come prigionieri in quella struttura, e ciò può rivelarsi una tortura mentale, oltreché fisica. Dopo aver devastato il centro in questione, sono intervenute due squadre del reparto mobile e dei carabinieri, ed infine, v’è stata una trattativa tra gli immigrati e la Digos per porre fine al caos. Chi sia il responsabile iniziale di tutto ciò, è difficile da dire, viste le responsabilità collettive di molte istituzioni.
Un'altra “battaglia” urbana è stata ieri, 08 gennaio. Due persone sono state poste agli arresti domiciliari e altre due hanno l’obbligo di firma quotidiana. Si tratta degli attivisti del Centro Sociale Pedro, che lo scorso 14 novembre avevano fatto esplodere una guerriglia a suon di bombe carta contro la polizia. I quattro devono rispondere delle accuse di resistenza e lesioni aggravate ai pubblici ufficiali, porto di oggetti atti ad offendere e interruzione di pubblico servizio. Gli attivisti sono sempre implicati in disordini in Valsusa, alla violenza contro la mostra su Giorgio Quirino (su cui ho scritto l’articolo poco tempo fa), alle occupazioni di Cinema Altino e Mignon. I “compagni” ovviamente non ci stanno, a vedere i loro sodali in carcere o ai domiciliari. Pertanto, ieri hanno “forzato” la stazione dei treni di Padova, tentando di bloccare il cordone di polizia. E domani stesso copione, con possibile assalto ai treni, guerriglia urbana e lotta senza quartiere ai “blu”.
Padova è una città difficile, purtroppo….
Valentino Quintana per Agenzia Stampa Italia
ASI precisa: la pubblicazione di un articolo e/o di un'intervista scritta o video in tutte le sezioni del giornale non significa necessariamente la condivisione parziale o integrale dei contenuti in esso espressi. Gli elaborati possono rappresentare pareri, interpretazioni e ricostruzioni storiche anche soggettive. Pertanto, le responsabilità delle dichiarazioni sono dell'autore e/o dell'intervistato che ci ha fornito il contenuto. L'intento della testata è quello di fare informazione a 360 gradi e di divulgare notizie di interesse pubblico. Naturalmente, sull'argomento trattato, il giornale ASI è a disposizione degli interessati e a pubblicare loro i comunicati o/e le repliche che ci invieranno. Infine, invitiamo i lettori ad approfondire sempre gli argomenti trattati, a consultare più fonti e lasciamo a ciascuno di loro la libertà d'interpretazione