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L’evoluzione o l’involuzione della politica israeliana

(ASI) In tutto 1859 attacchi, 257 vittime e 1966 feriti. Numeri, numeri e ancora numeri. Sempre gli stessi, sempre quelli che mettono al centro Israele e Palestina nel marasma mondiale dell’indipendentismo forzato. I dati ufficiali, e non ufficiosi, sono stati resi noti dal Centro informazioni palestinese in data martedì 1° gennaio 2013. Nel rapporto si legge ancora 1493 incursioni nelle città e i villaggi palestinesi, 1018 campagne d’arresto lanciate dagli israeliani con un bilancio di 3848 palestinesi arrestati.

Sono stati inoltre registrati 128 nuovi piani coloniali con ben 836 ordini di demolizione che hanno letteralmente raso al suolo case e strutture palestinesi nei territori occupati di Gerusalemme e Cisgiordania. La stessa Gerusalemme che dal 1980 lo Stato di Israele riconosce come sua capitale, ma che di fatto agli occhi del mondo non viene accettate come tale, altrimenti non si spiegherebbe come mai le sede delle ambasciate e le relazione diplomatiche vengano mantenuta tutte a Tel Aviv. Qualcosa sta però cambiando e la politica israeliana si appresta a divenire arcaico e priva di una necessaria arte diplomatica. A testimoniarlo la dimostrata volontà di costruire tremila alloggi per i coloni ebraici nei territori occupati. Ma non si ferma qui il premier Netanyahu che, con ostinata apprensione per il proprio popolo, minaccia di dare il via a un nuovo maxi-insediamento di ulteriori 1.700 unità nel sobborgo di Ramat Shlomo che di fatto isolerebbe Gerusalemme dal resto della Palestina. Unita con non mai, forse mai stata così neanche per la propria politica interna, si muove l’Europa. In uno stile perfettamente filopalestine chiede ai propri ambasciatori di ribellarsi alle decisioni israeliani e di far sentire la propria voce. Consiglio che viene accolto dal corpo diplomatico ormai frustrato e sconcertato dalla politica estera portata avanti dal proprio Paese. Chiedono quindi giustizia anche loro, chiede giustizia il mondo intero. Gli anni dell’olocausto sembrano ormai essere lontani e l’evoluzione darwiniana sembra aver fatto breccia nel popolo ebraico, giudicate voi in che modo

Elena Testi – Agenzia Stampa Italia

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