(ASI) Secondo un recente rapporto delle Nazioni Unite, entrambi gli schieramenti nel conflitto Siriano sono colpevoli di crimini contro l’umanità, con le forze governative che hanno eliminato famiglie intere nelle loro abitazioni, ed i ribelli che hanno torturato e ucciso soldati e gente favorevole all’attuale governo.
Lo studio delle Nazioni Unite, arriva in seguito ai 14 mesi di rivolta contro il Presidente Bashar al-Assad, e descrive come le forze governative abbiano stilato liste di gente ricercata e delle loro famiglie, prima di bloccare ed attaccare interi villaggi.
"Intere famiglie sono state eliminate nelle loro case, di solito i membri della famiglia che si opponevano al governo, come i familiari del Colonello Riad al-Asaad", facendo riferimento al capo (con base turca) della Free Syrian Army.
I ribelli sono sempre più armati e sempre più organizzati, hanno ucciso e torturato soldati e sostenitori del governo, secondo le Nazioni Unite, i cui investigatori non sono stati ammessi in Siria e hanno fatto affidamento su interviste delle vittime e dei testimoni.
La violenza non è cessata nonostante l’appello delle Nazioni Unite ed il successivo accordo per il cessate il fuoco, firmato il 12 Aprile, con lo scopo di fermare il bagno di sangue in Siria, dove Assad si sta confrontando con una rivolta iniziata con proteste pacifiche, per poi divenire sempre più militarizzata. Attivisti dell’opposizione hanno raccontato di pesanti combattimenti , e secondo l’Osservatorio Per i Diritti Umani in Siria, organizzazione con sede a Londra, le forze governative siriane avrebbero ucciso 4 persone, dopo averle prelevate dalle loro case, e di altri 4 civili uccisi in scontri ad Idlib, nel nord del paese.
Una donna e quattro bambini che erano spariti 2 giorni fa nei pressi di Hama, sono stati ritrovati morti, secondo lo stesso gruppo di osservatori e almeno 6 soldati sono stati uccisi in scontri a Damasco, Homs ed Idlib.
Non ci sono state conferme indipendenti in merito da parte siriana, dove l’accesso ai giornalisti stranieri è sempre più limitato.
A Damasco, Assad ha raccontato al ministro Iraniano in visita, che la Siria si sarebbe ripresa dai disordini.
"La Siria è riuscita a superare pressioni esterne e minacce per anni, e con la preponderanza della popolazione siriana all’unità, saremmo in grado di superare la crisi ".
Queste le parole, sono state pronunciate dal presidente Assad al ministro delle comunicazioni iraniano Reza Taqipour. Lo stesso ministro iraniano, ha esteso al Presidente siriano, l’invito a partecipare il 26 Agosto al 16° summit degli stati membri del Movimento Non Allineato (NAM), che si svolgerà a Tehran fino al 31 Agosto.
I soldati di Assad, e le forze di sicurezza hanno ucciso 9,000 persone, nel corso di una campagna mirata a fermare le rivolte, secondo il precedente rapporto delle Nazioni Unite. Il governo siriano dichiara che i ribelli hanno ucciso più di 2600 militari e personale di sicurezza.
Secondo le ultime investigazioni portate avanti dalle Nazioni Unite, è stata documentata la morte di 207 persone da Marzo, dei quali anche bambini, morti a seguito dei bombardamenti su città e villaggi e contro le persone coinvolte nelle proteste, per mano delle forze di stato. Secondo gli investigatori anche i ribelli hanno rapito civili dalle proprie abitazioni con lo scopo di trattare sullo scambio di prigionieri, gli stessi ribelli avrebbero ucciso truppe governative e sospetti collaboratori.
Secondo la Bbc, in seguito alle preghiere del venerdì ci sono state diverse manifestazioni in Siria. Secondo i testimoni presenti, almeno 6 civili sono stati uccisi.
Queste notizie arrivano nonostante il cessate il fuoco delle Nazioni Unite, e a seguito di continui scontri avvenuti giovedì, portati avanti dalle forze governative sulle roccaforte dei ribelli, quale Rastan, a nord di Damasco. La città è stata sotto assedio per giorni, bombardata dai carri armati e dalle truppe siriane. Il reporter Paul Wood della Bbc si trova nella città di Rastan assieme al cameraman Fred Scott e sono gli unici a trasmettere da li.
http://www.bbc.co.uk/news/world-middle-east-18213118
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