(ASI) Bobby Sands, nato nel 1954 ad Abbots Cross, sobborgo settentrionale di Belfast, è cresciuto a suon di intimidazioni e soprusi. Stanco della situazione, Bobby Sands, appena diciottenne entra a far parte dell’ala Provisional dell’I.R.A. (Irish Republican Army). Con il secondo arresto, nel 1977, dopo essere stato trovato all’interno di una macchina armato nei pressi di uno scontro a fuoco, viene condannato a quattordici anni di reclusione.
Il primo marzo del 1981 il giovane Comandante dell’IRA, Bobby Sands, comincia uno sciopero della fame nel carcere nordirlandese di Long Kesh, per rivendicare i diritti di prigioniero politico e la libertà del proprio popolo dall’oppressore inglese. Dopo sessantasei giorni di sciopero della fame, alle 1 e 17 minuti del 5 maggio del 1981, Bobby Sands, ventisettenne, muore. Dopo di lui altri nove uomini si lasciarono morire tra il maggio e l’agosto dello stesso anno con la colpevole complicità dell’intransigenza del governo inglese guidato allora da Margaret Tacher.
Ancora oggi, quell’atto sacrificale, viene commemorato nelle strade di Falls Road, a Belfast, e nelle altre città del nord Irlanda; dove anche il cemento riesce a parlare e a trasmettere la voglia di libertà. I famosi murales che siamo abituati a vedere in molti siti internet quando digitiamo su un qualsiasi motore di ricerca la parola “nord Irlanda” e in alcuni depliant di agenzie di viaggi, rimbombano forte il ricordo dei caduti per la lotta che i repubblicani irlandesi portano avanti (ancora) con determinazione.
In questa distratta Europa delle banche e non dei popoli, Bobby Sands è un esempio di lotta e di sacrificio per la libertà del suo Popolo. Ricordiamolo.
Fabio Polese - Agenzia Stampa Italia
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