(ASI) Durante una conferenza stampa avvenuta in Svizzera, in occasione della presentazione di un progetto di linea ferroviaria, il presidente israeliano Netanyahu si è lasciato andare con una certa disinvoltura ad una agghiacciante previsione futura.
Egli ha affermato che non è un segreto che Israele attaccherà il Libano, aggiungendo che lo farà con il sostegno degli Stati Uniti, l'Occidente e gli Stati arabi dal Golfo. Infine, egli avrebbe sostenuto che "nella mappa del mondo che sarà non vi è la presenza di uno Stato di nome Libano".
Questa scioccante eventualità non sembra aver turbato i media occidentali, i quali non hanno ritenuto di divulgarla tanto quanto meriterebbe una così grave minaccia perpetrata da un leader di un Paese così importante e militarmente pericoloso. Non si è fatta attendere la replica del presidente libanese Michel Suleiman, il quale ha affermato che l'esistenza del Libano non dipende dalle parole di Netanyahu. Suleiman ha precisato: "Il Libano è l’esatto contrario del sistema razzista di Israele, il quale non ha posto nel mondo". Lo stesso presidente libanese ha poi proseguito: "Il Libano è uno dei fondatori delle Nazioni Unite ed è tra i redattori della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo; le parole di Netanyahu riflettono il suo disprezzo per gli esseri umani".
Disprezzo che, a quanto pare, il presidente israeliano può sciorinare liberamente senza che nessuna sentinella democratica (nè mediatica nè politica) copra certe frasi di sdegno.
Redazione Agenzia Stampa Italia