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Far morire di fame l’Iran non lo fermera’.

(ASI) Un vecchio detto, che risale al periodo coloniale britannico, recita come segue: “Lasciate i persiani affamati e gli arabi grassi”. Questa è stata la formula per mantenere la calma e lo è ancora oggi per i leader in Arabia Saudita, i quali al primo segnale di proteste popolari sborsano ingenti somme d denaro ai sudditi per placare gli animi.


Nel caso dell’Iran, né la Gran Bretagna né gli Stati Uniti sembrano comprendere il vecchio detto. Lasciare gli iraniani affamati era un’assicurazione, affinché gli stessi non si sarebbero ribellati ai loro capi di governo; ma il desiderio delle potenze occidentali in realtà è proprio che il popolo iraniano si ribelli. L’Occidente sta usando ogni mezzo a propria disposizione per far sì che il popolo iraniano continui a soffrire la fame, ancor più che sotto lo stesso presidente Mahmoud Ahmadinejad.

Non a caso le elezioni del 2 marzo hanno avuto luogo senza alcuna protesta da parte della classe media iraniana.

Le sanzioni imposte dall’occidente, un tempo mirate e oggi a tappeto, si stanno rivelando una punizione collettiva, nonostante abbiano lo scopo di portare gli iraniani al tavolo delle negoziazioni in merito al fascicolo nucleare. Secondo le potenze occidentali, punendo la popolazione iraniana, potrebbe portare la gente comune a rivoltarsi contro il governo portando a un cambio di regime. Peccato che, come il vecchio detto Britannico ci insegna, la deprivazione in Iran è una ricetta per far sì che lo status quo non cambi.

L’Iran e il suo popolo non sono isolazionisti, ma sicuramente la nuova ondata di sanzioni non risulterà in appoggio politico agli Stati Uniti, al contrario porterà a un odio ancora più profondo per i valori americani.

La popolazione è affamata non solo di proteine, ma di cambiamento economico molto più di quanto non desiderino un cambiamento di regime politico. Il cambiamento politico in Iran non avverrà per coercizione come avvenne con Mossadeq, né avverrà in tempo per le elezioni o rielezione negli Stati Uniti.

Solo quando gli Iraniani, sofisticati, educati e talentuosi si saranno ingrassati, allora confronteranno i propri leader e domanderanno il diritto ad una vita felice. Dare la possibilità all’Iran di funzionare normalmente, non farebbe che portare benefici agli iraniani medi ed eliminare il mantra secondo il quale l’Occidente vuole dettare la politica iraniana. Gli iraniani non accuseranno il governo per le sanzioni, né si rivolteranno contro gli Ayatollah, al contrario con la possibilità di un’economia forte, la classe media tornerebbe ad avere un ruolo influente all’interno della società.

Le sanzioni non cambieranno il regime né daranno il via ad una primavera persiana, non finche i persiani saranno affamati e impauriti!

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