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(ASI) Durante l'atteso intervento al convegno della potente lobby sionista Aipac (American Israel Public Affairs Committee), Obama ha sì annunciato che la via maestra per risolvere controversie internazionali è il dialogo, ma ha anche sostenuto senza mezzi termini che gli Stati Uniti sono pronti a intervenire militarmente a difesa di Israele.
In mezzo alla platea verso la quale Obama si è rivolto c'era anche l'italiano Gianfranco Fini, ospite di questa organizzazione che nel 2008 si rivelò determinante a far eleggere Obama a presidente degli Stati Uniti.
Al di là della breve premessa sulla necessità di perseguire il dialogo, le parole di Obama sembrano adatte ad eccitare gli animi dei più intransigenti militaristi sostenitori d'Israele. "Il governo israeliano ha l'obbligo di difendere il proprio Paese", la cui sicurezza "è sacrosanta e non negoziabile", ha ribadito il presidente americano.
E ancora: "Noi tutti preferiamo risolvere questa questione diplomaticamente. Ma detto ciò i leader del regime iraniano non devono avere dubbi sulla determinazione degli Stati Uniti, e non li devono avere sul diritto di Israele di decidere cosa è meglio per difendere la propria sicurezza. Nessuna opzione è fuori dal tavolo e non esiterò a ricorrere all'uso della forza qualora si rendesse necessario".
Per Obama si è trattato di un appuntamento alla vigilia dell'incontro che avrà con il premier israeliano Netanyahu.
Redazione Agenzia Stampa Italia
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