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(ASI) Le compagnie petrolifere cedono alle pressioni internazionali dopo il tentativo di ''autoregolazione''.
Ieri, in Mediterraneo, le quotazioni di benzina e diesel hanno registrato un nuovo rimbalzo di 12 e 13 $/ton volando fino a 976 e 988 $/ton. A pesare sulle contrattazioni non solo la salita del Brent dopo la decisione presa dalla Ue di esercitare l'embargo alle importazioni di greggio dall'Iran. Intanto non si fermano i rincari sul prezzo della benzina al Centro italia, dove le addizionali regionali sono più alte, ha sfondato quota 1,8 euro, toccando anche i 1,802 euro al litro. E' quanto rileva il bollettino Quotidiano Energia. Nella media nazionale si sale sopra 1,74 euro al litro, 1,742 euro nei distributori Q8. L'ulteriore aumento dei prezzi è in parte spiegabile come effetto delle sanzioni Usa-Ue contro l'Iran. A questo si aggiungono i guai finanziari di Petroplus, con le conseguenti tensioni sulla disponibilità dei derivati in Europa. Intanto l'amministratore delegato del gigante petrolifero Shell Peter Viser ha detto ieri al Forum economico mondiale di Davos che a causa dell'embargo europeo ai danni del petrolio iraniano "i perdenti sono i consumatori", perche' le sanzioni provocano "volatilita'" e "pressione sul prezzo" del greggio. FONTE IRIB
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