Guerra, commercio, clima: Bruxelles guarda a Ottawa

(ASI) Ottawa – Alla luce del mutamento degli equilibri internazionali innescato dalla guerra in Ucraina, si rafforzano sempre più i rapporti bilaterali fra l’Unione europea e il Canada.

Ne è la prova la recente visita ufficiale della presidente della Commissione Ue, accolta cordialmente a Ottawa dal Primo ministro Justin Trudeau. “Il Canada è uno dei collaboratori più affidabili dell'Unione. Condividiamo la stessa visione del mondo e gli stessi valori democratici. Crediamo nel potere della cooperazione, della solidarietà e del multilateralismo. Non siamo semplici collaboratori, siamo veri amici”, ha dichiarato Ursula von der Leyen. Le due sponde dell’Atlantico, d’altronde, possono contare su un solido legame pregresso di cooperazione e scambi commerciali. Una realtà, questa, più che mai fondamentale per superare le asperità politiche e finanziarie riemerse in seguito all’avvio del conflitto.

Proprio gli sviluppi sul fronte ucraino sono stati il primo argomento affrontato. I vertici si sono ritrovati in sintonia sulla prosecuzione congiunta delle rispettive missioni di addestramento militare delle forze di Kyiv. Ottawa prorogherà le esercitazioni tecniche sul campo e fornirà sostegno nella medicina di primo soccorso almeno fino al mese di ottobre, mentre Bruxelles si è impegnata a istruire 30.000 soldati entro la fine dell'anno. Il Canada è molto attivo nel settore: già nel 2014, a ridosso delle prime schermaglie in Crimea, decise di dar vita a una missione di formazione militare.

Le discussioni hanno poi interessato il settore civile, dove non manca la reciproca cooperazione. Ne è un esempio l’imminente trasporto, verso le zone ucraine devastate dai bombardamenti russi, di sette trasformatori di energia canadesi che transiteranno sulla piattaforma logistica della protezione civile europea. Von der Leyen e Trudeau hanno annunciato che la fruttuosa cooperazione in materia di sicurezza e difesa progredirà mediante la sottoscrizione di un accordo amministrativo. Le azioni di prevenzione e risposta congiunta alle emergenze belliche o alle calamità naturali sia all’interno sia all’esterno delle frontiere comuni si efficienteranno e si velocizzeranno sensibilmente.

Ma la posta in gioco è assai più sfaccettata e arriva a lambire numerosi ambiti. Ed è proprio questa l’anima motrice delle vivaci relazioni transatlantiche. Il riproporsi degli attriti con Mosca, unito alla crescente assertività della politica estera cinese, ha messo in luce la debolezza di un’Europa ancora fortemente dipendente dalle importazioni esterne. Dalle fonti di energia ai componenti elettronici essenziali alla transizione ecologica, Bruxelles ha l’impellente bisogno di trovare un alleato affidabile. Un fornitore capace di sostituire l’ingombrante Cina, ormai pericolosa antagonista dell’Occidente nella contesa senza esclusione di colpi per la ridefinizione dell’ordine globale.

Quel prezioso alleato è il Canada, con la sua vasta esperienza nell’estrazione e lavorazione di materie prime critiche e le sue importanti fonti energetiche. Von der Leyen e Trudeau hanno concordato di potenziare il partenariato strategico sulle materie prime critiche, stipulato nel 2021. Sono previste attività congiunte di ricerca, sviluppo, scambio e commercializzazione di nichel a basso contenuto di carbonio e batterie agli ioni di litio impiegati nella fabbricazione di veicoli elettrici. Nasceranno nuove corsie preferenziali per l’interazione fra aziende e centri di studio europei e canadesi, nell’intento di garantire catene di approvvigionamento sicure e permanenti nel tempo. A breve, inoltre, vedrà la luce un piano d’azione rafforzato teso a incrementare lo sviluppo e la commercializzazione dell’idrogeno. Verrà potenziato, in aggiunta, il gruppo di lavoro Canada-Ue sulla transizione energetica e il gas naturale liquefatto. Considerevoli volumi di materie prime critiche legate alla transizione verde e di gas transiteranno da Ottawa a Bruxelles, alleviando la dipendenza europea da Pechino.

Tutto ciò rappresenta solo il primo passo in direzione di un progetto più grande. “Vogliamo costruire un'alleanza verde tra l'Unione e il Canada. Vogliamo creare posti di lavoro validi e ben retribuiti, promuovere la crescita e incrementare la nostra cooperazione in materia di energia e clima”, ha spiegato la presidente della Commissione nel corso della conferenza stampa con Trudeau.

Spazio anche alla complessa questione del digitale. Gli strumenti tecnologici di ultima generazione, infatti, possono indubbiamente contribuire a semplificare i processi sociali e mitigare gli esiti del cambiamento climatico, favorendo l’implementazione di politiche più sostenibili. Tuttavia, c’è bisogno di maggiore coerenza legislativa dinanzi a diversi aspetti ancora poco chiari. Non è più possibile rimandare, ad esempio, la regolamentazione dell’intelligenza artificiale. Se dirottata verso scopi malevoli, può divenire un potente strumento di disinformazione in grado di creare immagini false o notizie distorte difficilmente riconoscibili dal grande pubblico. Allo stesso modo, serve un compromesso definitivo fra sviluppo tecnologico e protezione della riservatezza delle persone. Nel corso dei colloqui, von der Leyen e Trudeau hanno trovato l’intesa per portare avanti il partenariato digitale Ue-Canada. È prevista maggiore collaborazione vicendevole sulle “priorità digitali emergenti”, come il controllo sull’uso dei dati degli utenti da parte delle piattaforme online o la redazione di normative chiare sull’intelligenza artificiale.

Secondo i dati forniti dalla Commissione Ue, nel 2022 il commercio bilaterale ha raggiunto il considerevole valore di 77 miliardi di euro. Con la sua visita, la presidente ha voluto segnare un punto a favore dell’Europa. Una mossa tanto significativa quanto vitale per la tenuta dell’Unione, costantemente minacciata dal rispolvero in grande stile del clima da Guerra fredda e dagli affilati istinti egemonici della Cina di Xi Jinping.

Marco Sollevanti – Agenzia Stampa Italia

 
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