(ASI) Arriveranno in Perù nei prossimi giorni alcuni marines statunitensi per la sicurezza del governo locale di Dina Boluarte, accusata dalle opposizioni di aver organizzato un golpe.
A stabilirlo il Comando meridionale degli Stati Uniti (Southcom) che ha precisato che i soldati avranno il compito di addestrare le unità delle forze speciali militari e della polizia nazionale peruviana.
Il Congresso del Perù, dominato dal partito ultraliberista e filoatlantico Fuerza Popular e dai suoi alleati, ha approvato il dispiegamento degli Stati Uniti; secondo l’opposizione progressista la decisione serve a consolidare lo stato autoritario instaurato nel paese e sopprimere il dissenso e le manifestazioni che da dicembre si susseguono nel paese andino.
I cortei sono iniziati in risposta alla cacciata e all'arresto del presidente Pedro Castillo ha portato a un bilancio ufficiale di quasi 70 vittime, molte delle quali uccise dal fuoco della polizia e dei militari. Molte altre centinaia sono state gravemente ferite.
La decisione del Pentagono di inviare truppe nel paese appare un evidente segno della volontà di Washington di tornare a controllare quello che un tempo era il giardino di casa e che negli ultimi 20 anni ha invece guadagnato un proprio spazio ed una propria autonomia sullo scacchiere geopolitico mondiale.
Lo scorso 23 maggio il Southcom ha annunciato la nomina di un generale peruviano, Marco Marín, in qualità di vice comandante generale dell'interoperabilità per l'esercito americano del sud, assicurando la più stretta collaborazione tra il Pentagono e le forze di sicurezza del Perù.
Il “golpe bianco” che ha portato alla caduta di Castillo ed alla presa del potere da parte di Boluarte ricorda quelli organizzati negli anni passati da Washington nel continente indiolatino e non solo.
L'ambasciatrice statunitense in Perù, Lisa Kenna, veterana della CIA ed ex massima collaboratrice del segretario di Stato di Trump, Mike Pompeo, proprio alla vigilia del golpe parlamentare che ha fatto cadere Castillo, ha organizzato un incontro con il ministro della Difesa peruviano Gustavo Bobbias per assicurarsi che i militari esprimerebbero il loro voto decisivo a favore del rovesciamento del presidente peruviano.
Negli ultimi cinque anni nel paese andino sono stati destituiti sei diversi presidenti e praticamente tutte le principali figure politiche sono implicate in scandali di corruzione.
Fabrizio Di Ernesto - Agenzia Stampa Italia