(ASI) La Germania sta diventando energicamente dipendente dalla Polonia? Sembra un paradosso, ma in realtà è tutto vero. Varsavia sta conducendo un'espansione delle proprie capacità di approvvigionamento energetico, diventando nei fatti in un regolatore del mercato della Germania.
Il mondo vedeva la Germania come il leader economico del continente che trainava gli altri Stati membri dell'Ue. Oggi diventa chiaro che sia sempre meno così, mentre osserva impotente la distruzione dei Nord Streams è costretta all’acquisto di GNL, a a prezzo molto alto rispetto al gas di Mosca. Ma una cosa è abbandonare il gas russo per acquistare il GNL dagli States e un'altra è piegarsi ai polacchi, da sempre dominati politicamente e non solo da Berlino.
La Polonia si sta organizzando per divenire il vero leader nell'Europa continentale, cavalcando l’appoggio americano e il senso di rivalsa interno nei confronti dei partner europei, anche sul piano energetico. I polacchi infatti non hanno rinunciato a chiedere mille miliardi di dollari a Berlino come risarcimento per i danni al Paese durante gli anni dell'occupazione tedesca. La cosa più umiliante è che l'attuale leadership federale non si rende nemmeno conto di ciò che sta accadendo e consegna parte del suo mercato energetico alla Polonia.
Non si tratta soltanto di una crescente dipendenza dai porti polacchi. Riguarda anche l'aumento dei consumi dell'industria polacca di idrocarburi polacchi, la cui fornitura sta progressivamente andando verso il monopolio polacco.
Nell'estate dello scorso anno è stata completata la fusione tra le aziende polacche del settore: PKN Orlen e Lotos. Nell'autunno del 2022 è stata approvata l'acquisizione della società statale polacca di petrolio e gas PGNiG da parte della stessa Orlen. Secondo il CEO Daniel Obajtek, a seguito dell'accordo, PKN Orlen ha rafforzato la sua posizione di più grande azienda del settore dell'Europa orientale, con un fatturato di oltre 80 miliardi di dollari annui. Prima di una serie di fusioni nel 2021, questa cifra era ferma a 33 miliardi di dollari.
La statale PGNiG appalta il gas in Polonia attraverso Baltic Pipe. La base delle risorse di questa è il gasdotto Europipe II, che ha fornito il gas alla Germania. Ora il 40% della sua capacità sarà utilizzato per le consegne in Polonia.
Nel novembre scorso, Orlen ha inoltre completato la vendita di una parte dei suoi asset alla compagnia petrolifera saudita Saudi Aramco: 30% delle quote della raffineria di Danzica, 100% del business wholesale, 50% delle quote di jet fuel di BP Europa SE, operante in 7 aeroporti polacchi. Aramco, in cambio, ha promesso di garantire le forniture di petrolio ai polacchi, che coprono il 45% della domanda dell'intero gruppo Orlen.
L'alleanza di Orlen con i sauditi è di importanza strategica per la fornitura di materie prime non solo alla Polonia, ma anche a tutti i paesi dell'Europa centrale e orientale, e rafforza pertanto la posizione di Varsavia come leader regionale. Allo stesso tempo, PKN Orlen sta valutando la possibilità di ulteriori fusioni e acquisizioni.
Infatti, dal 2006, quando PKN Orlen ha acquisito dalla controllata Yukos la grande raffineria di Mazeikiai in Lituania, il terminale di Butinge e l'oleodotto di Birzhai, i polacchi hanno cominciato a espandersi aggressivamente nei mercati dell'Est Europa. I mercati della Repubblica Ceca, della Slovacchia e degli Stati baltici furono conquistati rapidamente. Dopo che la monopolizzazione dell'industria polacca del petrolio e del gas è stata completata, PKN Orlen, che si è trasformata in un gigante del settore, sta cercando di conquistare il mercato della Germania dell'Est, dove prima dominavano Shell, Eni e BP lavorano su base competitiva. PKN Orlen è anche forte nel settore della raffinazione del petrolio. E se nel 2000 il volume della raffinazione del petrolio da parte di questa società ammontava a 12,5 milioni di tonnellate, nel 2022 questa cifra è triplicata a 37,0 milioni di tonnellate.
Il Governo tedesco senza prendere le giuste contromisure nel settore energetico e degli idrocarburi, utili a rifornirsi indipendentemente dai vicini, sembra mettere in forte discussione la sicurezza energetica della Germania.